Elena Sofia Ricci: «Dal cinema non arriva nulla e non me lo spiego. Non mi arrendo e torno a teatro»

L'attrice: "Mi sento la testa di una 40enne, sono stata male e ora sono piena di vita"

Elena Sofia Ricci: «Dal cinema non arriva nulla? Non mi arrendo e torno a teatro»
di Ilaria Ravarino
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Lunedì 15 Novembre 2021, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 06:18

Alla scorsa Festa del Cinema di Roma era salita sulle barricate, come promotrice della giornata nazionale dello spettacolo: il suo documentario Grido per un nuovo Rinascimento, da lei girato in sostegno dei lavoratori di circo e teatro danneggiati dalla pandemia, su Raiplay «è stato visto da 600.000 persone». Adesso però la fiorentina Elena Sofia Ricci, 59 anni, è tornata nell'arena: il teatro.

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Da domani al teatro La Pergola di Firenze, l'attrice porterà sul palco La dolce ala della giovinezza di Tennesse Williams, storia di una diva sul viale del tramonto, «tossica di consenso», che non si arrende alla decadenza. «Aspettavo di diventare abbastanza grande per poter interpretare questo ruolo».
Tossica di consenso anche lei?
«Mai avuto quest'ansia. Ho vissuto un solo momento di vertigine nella carriera, tra il 2017 e il 2018. La tv mi stava dando molto, il cinema poco: a parte Ferzan Ozpetek (con Mine Vaganti nel 2010 e Allacciate le cinture nel 2014, ndr), non mi considerava nessuno. Mi percepivano troppo televisiva, nazionalpopolare. Mi sentivo sul viale del tramonto. Ho pensato: Sto per morire inchiodata in tv».
E che ha fatto?
«Ho cominciato a dire no. Sono tornata a teatro. A quel punto mi ha chiamata Paolo Sorrentino (per Loro, ndr) proprio mentre mi stavo spegnendo».
Ma i provini li fa o aspetta la chiamata?
«Per Paolo ho fatto due provini da un'ora e mezzo l'uno, l'ultimo erano dieci pagine di copione.

Che non si dica che non me lo sono sudata, il ruolo».

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Da allora è cambiato tutto?
«Un bel niente. A parte un cameo nel prossimo film di Paolo Genovese, Supereroi, in cui faccio un ruolo-omaggio a Mariangela Melato, e una piccola parte in sedia a rotelle, come mamma di Jasmine Trinca, nella versione seriale delle Fate Ignoranti di Ozpetek, dal cinema non arriva nulla».
Perché?
«Non me lo spiego. Forse per il cinema si cercano persone con un'altra testa. O forse è che pochi registi frequentano i teatri».
Quindi tornerà in tv, con Che dio ci aiuti 7?
«Il 2022 è pieno, e anche il 2023. Ho firmato dei contratti pregressi e li devo onorare. Al momento l'unica cosa che so è che sarò impegnata almeno fino alla meta del 2023. E una serie lunga porta via almeno otto mesi di lavoro. Mi vogliono aspettare?».
E con la paura della vecchiaia come è messa?
«Io mi sento la testa di una quarantenne, in continuo fervore. Voglio girare il mondo: prima di morire voglio andare in Patagonia, a Petra, San Pietroburgo, in Vietnam. Ho subito di recente un intervento alla colonna vertebrale, e dopo essere stata male un anno adesso sono piena di vita».
Tornerà sulle barricate?
«La battaglia non è finita. I teatri sono stati riaperti al cento per cento, ma pochissimi hanno avuto il coraggio di preparare le stagioni e fare la campagna abbonamenti. Si fanno i monologhi, che sono più economici, ma spettacoli come il nostro, con otto, dieci attori, non li fa nessuno. Anzi: siamo gli unici».
 

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