Donato De Caprio, la disperazione dopo l'omicidio della mamma: «Ci vedevamo tutti i giorni, voglio giustizia»

Rosa Gigante uccisa a Napoli. Il figlio, noto per i suoi panini "con mollica o senza" sui social, parla per la prima volta

Donato De Caprio, la disperazione dopo l'omicidio della mamma: «Ci vedevamo tutti i giorni, voglio giustizia»
di Giuseppe Crimaldi
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Giovedì 20 Aprile 2023, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 07:22

«Ho fatto un guaio, ho ucciso la signora Rosa e l'ho bruciata». Stefania Russolillo, la 47enne accusata dell'omicidio di Rosa Gigante, avvenuto in un condominio di edilizia popolare a Pianura, è appena rientrata a casa e confida l'orrore al suo compagno, che si precipita nell'appartamento della 73enne e la trova riversa sul pavimento, senza vita e con gli abiti bruciacchiati. Chiama la polizia, e riferisce i fatti. Poi, però, trasferita in Questura negli uffici della Squadra Mobile e alla presenza del pm Maurizio De Marco, la donna cambia versione: «Non ho mai detto al mio compagno di aver fatto quella cosa, non ho ucciso io la signora e tanto meno dato fuoco ai suoi vestiti». Due versioni contrastanti. Stefania, che si scoprirà poco dopo essere in cura presso un centro d'igiene mentale e affetta da gravi problemi psichiatrici, verrà fermata nella tarda serata di martedì con l'accusa di omicidio. Nelle prossime ore comparirà davanti al gip chiamato a convalidare l'arresto. Ma torniamo all'interrogatorio in Questura. Assistita dall'avvocato Raffaello Scelsi, la Russolillo dichiara: «A mezzogiorno ho sentito la voce di Rosa sulle scale: urlava e mi rimproverava di averle rubato le bollette dalla cassetta postale, e di fare sporcizia sui pianerottoli. Abbiamo iniziato a litigare, lei mi ha afferrato per i capelli e io mi sono difesa. Mentre chiedevo aiuto è caduta all'indietro, ma io non le ho messo le mani addosso. A terra continuava a urlare, e da quel momento non ricordo più nulla». Indagine lampo della Squadra Mobile guidata da Alfredo Fabbrocini, che durante un punto stampa ha precisato che «per capire le cause del decesso bisognerà attendere i risultati dell'autopsia», confermando che l'indagata ha fatto solo parziali ammissioni e che la sua individuazione è stata possibile «grazie alle testimonianze di altre persone presenti nel palazzo». A proposito dell'arma del delitto: non si esclude che Rosa sia stata soffocata con un laccio di plastica dell'aerosol, e non a colpi di martello.

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DUBBI

Già, i buchi neri e i vuoti. Un nervo investigativo scoperto sul quale batte anche il legale dei familiari della vittima, il penalista Hilarry Sedu: «Ci sono tanti punti da chiarire - ha detto - i figli della vittima sono tutti sotto choc e chiedono giustizia».

Lapidario il commento dell'avvocato Raffaello Scelsi, che difende la Russolillo: «Lasciamo le indagini agli inquirenti». Per la famiglia di Rosa, dunque, dietro la tragedia potrebbe esserci non una lite per un dispetto, la sottrazione della posta, ma un furto, al quale non si esclude che possa aver partecipato anche più di una persona, sfociato in omicidio. Forse cercavano i soldi del figlio. «Voglio giustizia e tutta la verità».

 

Soffoca le parole nel pianto Donato De Caprio, il "tiktoter food influencer". «La mia famiglia si è subito affidata ai legali per scoprire la verità. La sofferenza che sto provando è troppo forte per poter esprimere qualsiasi opinione ma una cosa è certa: mia madre era una donna lucida e nel pieno delle sue facoltà intellettive». Fa riferimento alla girandola di notizie che si è scatenata sulla 73enne trovata senza vita. «Mia madre era una donna vigile e cosciente che non può essere definita invalida all'infuori dell'unico problema che aveva in quanto non vedente» specifica De Caprio che, insieme agli altri familiari è sempre stato molto attento alle esigenze dell'anziana.

«La mia abitazione è vicino alla sua, mia madre ha sempre avuto al suo fianco tutta la famiglia» aggiunge il tik toker che aveva visto la mamma la sera prima dell'accaduto. «Quello che è successo è talmente grave che non trovo le parole per dire altro e chiedo rispetto per questo momento di estrema sofferenza» ha concluso.

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