Morto Davide Bianchi, l'ultimo poeta social sconfitto da un male più grande di lui: «Ho il sole dentro»

Morto Davide Bianchi, l'ultimo poeta social sconfitto da un male più grande di lui
di Michele Galvani
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Giovedì 28 Maggio 2020, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 23:58

Basta leggere i suoi ultimi tweet per capire chi fosse. «Oggi pioggia, ma chissenefrega: il sole ce l'ho dentro. Buona giornata». «Il silenzio immenso ti cerca per stringerti con le sue enormi braccia». «Proviamoci con questa giornata a cercare di non pensare a nulla: si è sempre positivi perché la vita è bella e bisogna viverla: buona giornata. No Cancer». «La vita è un turbine di colori messi assieme che ti fanno respirare un viaggio lungo un'eternità». «Cerco sempre di essere ottimista anche se è un periodo molto difficile. L'ottimismo è parte della vita....Buona giornata».
 

 

Davide Bianchi amava la natura, gli animali (il suo cane su tutti), i colori, la moglie, la vita. Ma non ce l'ha fatta: ha lottato come un leone contro un male più grande di lui. Si è spento pochi giorni fa a Pavia (ma era di Milano), dopo aver combattuto contro un linfoma di Hodgkin, un tumore del sistema linfatico nel suo caso molto, molto aggressivo. La notizia è stata data su Twitter da Simone Mori, un altro ragazzo-poeta che da tanti anni è in prima linea contro un linfoma: era amico di Bianchi e in questo periodo aveva preso contatti con la moglie. Appena uscita la triste notizia, in queste ore il suo account (@Davide83189587) è stato subito inondato di messaggi. Bellissimi. Alcuni andrebbero conservati gelosamente. Davide, che aveva compiuto 56 anni pochi giorni fa, ne andrebbe fiero.
Non sono bastati gli schemi di chemioterapia, i trapianti di staminali e midollo osseo. Se ne è andato per le complicanze di un'infezione, non legata al Covid-19.

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Proprio su Twitter in questi mesi ha tirato fuori il suo animo gentile: ha raccontato senza paura dolori e speranze, angosce e rinascite. E' stato tenace e fragile. Ha postato le sue foto, ma non solo. Amava far vedere la luce. Fotografava farfalle, fiumi, colline e montagne. Un piccolo grande poeta social che, come tanti, ha dovuto anche affrontare la solita feccia di haters (percentuale minima, ma pur sempre presente) che ne aveva messo in dubbio la sua malattia. Davide ha risposto, a tono, ed è andato avanti per la sua strada.

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Il 17 aprile twittava così: «Purtroppo la mia Tac non è andata a buon fine, ho in corso una grossa recidiva, il linfoma T è tornato bussare alla porta. Dovrò riprendere un percorso nuovo dall'inizio. E se qualcosa dovesse andare male spero di chiudere gli occhi e di non sentire dolore».
«Non è una cattiveria ma devo pensare e concentrarmi per me stesso la malattia questa volta fa sul serio mi ha preso il fegato e i polmoni e il diaframma se non metto aggiornamenti e perché voglio essere tranquillo e cercare di superare anche questo grazie a tutti buona giornata», scriveva il 22 aprile. I momenti bui erano solo una parentesi. La sua missione era portare il sole. «Poi col tempo ti accorgi che la vita è qualcosa di diverso, di veramente speciale e allora vale la pena lottare fino alla fine e cercare di recuperare tutto ciò che il male ha portato via.
Ma io sono positivo sempre in qualsiasi momento anche nel più sconfortante
», uno dei suoi ultimi sfoghi.
«La brutta malattia cercherà sempre di spegnerti il sorriso. Ma tu non dargliela mai vinta. Sì sempre più forte. Sì sempre più guerriero che lei il sorriso non te lo spegnerà. E anche se ti fanno male le ferite sorridi sempre. Cuore rosso». «Alla fine di tutte le cose vissute cosa ci resta? L'amore». Frasi cariche d'amore e di coraggio. Ma non chiamatelo eroe, era semplicemente un uomo.
 
 

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