Il capo dei pompieri di New York Daniel Nigro va in pensione: dall' 11 settembre all' ultimo terribile incendio nel Bronx

Il giorno della strage jihadista le vittime tra i soccorritori furono oltre un terzo dei vigili del fuoco morti sul lavoro da quando il corpo era stato istituito nel 1865

Il capo dei pompieri di New York Daniel Nigro va in pensione: dall' 11 settembre all' ultimo terribile incendio nel Bronx
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Giovedì 17 Febbraio 2022, 18:30 - Ultimo aggiornamento: 19:58

Ha dovuto assumere il comando dei pompieri quando il suo superiore è stato trovato morto sotto le macerie dell'attentato dell'11 settembre. E oggi, Daniel Nigro, va in pensione. Per gli italiani in visita a Ground Zero, il suo era il nome di riferimento. Daniel Nigro: fu nominato capo dei pompieri il giorno dopo le stragi dell'11 settembre e oggi, per la seconda volta in una carriera di oltre mezzo secolo, è andato in pensione.

Italo-americano, a sua volta figlio di pompiere, Nigro ha visto molto in 53 anni al NYC Fire Department: dalla New York infestata dalla criminalità degli anni Settanta agli «anni di guerra» un decennio dopo, quando gli incendi erano all'ordine del giorno, alla rinascita della città allo scoccare del nuovo millennio.

Un mese fa Nigro era sulla scena mentre i vigili del fuoco combattevano un incendio nel Bronx, uno dei più letali in decenni, in cui hanno perso la vita 17 persone. «Non sembrano veramente 53 anni ma è così», ha detto appendendo l'elmetto al chiodo.

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Aveva cominciato nel 1969 ed è uno dei soli sei pompieri ad aver percorso tutti i gradi nella scala gerarchica del Dipartimento. «Chiunque prenderà il mio posto, sarà la persona più fortunata di New York perché sarà il volto pubblico dei suoi cittadini più coraggiosi, e questo è un privilegio», ha detto.

Non è la prima volta che il 73enne capo dei pompieri va in pensione: aveva già detto addio al suo mandato nel 2002, l'anno dopo le stragi, vittima dello stress che aveva colpito oltre 200 suoi colleghi. Era stato promosso capo del dipartimento il 12 settembre perché il suo superiore e amico di sempre, Peter Ganci, era rimasto sotto le macerie della Torre Nord, lui era scampato per un soffio.

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Con Ganci altri 342 vigili del fuoco morirono nel crollo delle Torri e Nigro, che in quei drammatici mesi seguiti agli attentati aveva presenziato a centinaia di funerali, diceva che quel giorno gli aveva cambiato la vita per sempre.

Quel giorno «fu il giorno migliore, perché salvammo tante vite umane, ma anche il giorno peggiore»: le vittime tra i soccorritori con l'elmetto furono oltre un terzo dei pompieri morti sul lavoro da quando il corpo era stato istituito nel 1865.

Sul muro del quartier generale a Brooklyn che documenta le perdite c'è ancora uno spazio bianco riservati a quanti, in servizio in quei giorni, hanno riportato danni alla salute potenzialmente letali: «Posso considerarmi fortunato rispetto a chi si è veramente ammalato», ha detto Nigro in una delle tante interviste di commiato. «Chi è stato lì, chi ci ha lavorato in quei giorni o nei mesi dopo, sta aspettando il suo turno».

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