Emeregenza cyberbullismo, la psichiatra Lucattini: «Il bullo è a sua volta un impaurito, capire ogni disagio psicologico»

Emeregenza cyberbullismo, la psichiatra Lucattini: «Il bullo è a sua volta impaurito, capire ogni disagio psicologico»
3 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Febbraio 2021, 18:26

Bullismo e cyberbullismo, comportamenti violenti e offensivi fra ragazzi, che stanno rappresentando sempre più un’emergenza nel mondo di oggi. Per sensibilizzare i giovani su questo tema si è tenuto ieri il webinar “Sbulloniamoci” organizzato dalla società Lazio Nuoto in occasione della Giornata Nazionale su bullismo e cyberbullismo, che si è svolta al culmine della campagna sul tema promossa con il contributo della Regione Lazio e partita il 16 gennaio.

Roma, studente suicida, nello stesso liceo l'anno prima un altro episodio di bullismo

L’evento ha messo a confronto numerosi esperti per affrontare l’argomento da ogni angolazione: da quello giuridico a quello psicologico passando per lo sport. «Il bullo è un bambino o un ragazzo che ha un ‘capovolgimento difensivo’: a sua volta è un insicuro, impaurito da qualcosa e cerca di capovolgere questa sua paura angosciando qualcun altro» ha spiegato durante l’incontro Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) e della International psychoanalytical association (Ipa). I bulli infatti «scelgono le loro vittime per identificazione, in base a caratteristiche che corrispondono ad aree inconsce di sé stessi percepite come fragili, deboli, che li mettono a rischio e dalle quali si sentono perseguitati – sottolinea l’esperta -: per questo prendono di mira gli altri con l'intento di sottometterli come vorrebbero sottomettere le proprie paure».

L’Osservatorio regionale sul bullismo del Lazio ha recentemente rilevato che più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni sono stati vittime di episodi violenti e il 41,5% di questi frequenta scuole elementari e medie. Roma è la città con più casi, con una percentuale del 45,7%, un ragazzo su due. Inoltre, secondo gli ultimi dati Unesco, i minorenni che hanno sperimentato cyberbullismo nei paesi industrializzati variano tra il 5% e il 20% della popolazione minorile. Lo fa sapere l’Unicef che ha realizzato la guida “Genitori e il Fattore Protettivo - prevenire il cyberbullismo” che punta il dito sulla rapida espansione dell'accesso di bambini e ragazzi ad internet: nel 2017 circa il 70% della popolazione mondiale tra i 15 e i 24 anni risultava connessa al web e dai dati provenienti da 7 Paesi europei, la percentuale di bambini e adolescenti tra gli 11 e i 16 anni esposti a cyberbullismo è aumentata tra il 2010 e il 2014 passando dal 7% al 12%.

Studenti e studentesse in transizione di genere, l'Artistico vara un regolamento per supportarli

«Quando si verificano episodi di bullismo bisogna assolutamente interessarsi alle vittime, affinché a seguito di questi avvenimenti non sviluppino insicurezza, paura, depressione e angoscia – avverte ancora Lucattini -. Al tempo stesso è importante occuparsi dei bulli per capire qual è il disagio psicologico che li spinge a comportarsi in modo tale: se sono i primi segnali di un disturbo che si manifesterà più tardi, se a loro volta sono vittime di abusi e bullismo da parte di ragazzi più grandi, se vi sia una situazione di maltrattamenti o violenza nel nucleo familiare o anche in un contesto extra-familiare di cui genitori non siano a conoscenza» conclude.

© RIPRODUZIONE RISERVATA