Crisanti: «Farò il senatore gratis, ma la Asl deve pagarmi lo stipendio da medico». E l'Azienda si oppone

L'Azienda ospedaliera di Padova dice che non pagherà ma lui ribatte: «Pensavano di liberarsi di me, si sbagliavano»

Crisanti: «Farò il senatore gratis, ma Asl deve pagarmi lo stipendio da medico». E l'Azienda si oppone
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 11:43 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 21:42

In prima linea nell'emergenza Covid da direttore di Microbiologia a Padova e ora anche senatore eletto all'estero con il Pd. Andrea Crisanti ha rinunciato allo stipendio parlamentare optando per quello composto dall'attività con l'Università e con l'Azienda ospedaliera. Eppure, la sua decisione è finita al centro delle polemiche perché la Asl ha chiaramento detto che «non verrà erogato alcun pagamento a fronte della mancata attività dirigenziale e assistenziale del professore, dovuta alla recente elezione presso il Senato della Repubblica».

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Crisanti, la polemica sullo stipendio

Lo scienziato ha spiegato la sua scelta in un'intervista a 'La Repubblicà, in cui ha anche replicato al caos mediatico precisando che si tratta di «una questione di contributi previdenziali, di continuità nel versamento.

Me l'hanno consigliato in Senato. Del resto lo fanno molti magistrati», sottolinea, assicurando che, rispetto agli 11-14mila euro dello stipendio da senatore, il salario di partenza «non cambia molto come importo, ma per la pensione conveniva. È una cosa consentita dalla legge».

Alla domanda sul suo reddito annuo di 203mila euro, Crisanti risponde che «ricopro una posizione apicale sia all'Università che in Azienda ospedaliera. La mia classe di stipendio è elevata perché fui chiamato come professore di 'chiara famà, poi ho l'indennità di direzione di Dipartimento, di Unità complessa e di Malattie infettive. La somma è interessante, ma non sono stato lì a contare le centinaia di euro. È solo una questione legata alla pensione», ribadisce. Ma al reddito annuo si aggiungono 30mila euro di rimborsi da parlamentare? «Sì, ne ho diritto», puntualizza il virologo. E se c'è chi sostiene che la scelta di Crisanti dipende dal fatto che così non dovrà versare i contributi al Pd, questa «è una menzogna: il contributo lo verserò certamente, sia quello regionale che quello nazionale», garantisce lo scienziato.

 

«La legge parla chiaro»

L'Azienda ospedaliera di Padova, prosegue l'intervista, dice che non pagherà lo stipendio visto che Crisanti non presterà servizio. Ma «la legge parla chiaro - fa notare il virologo - Io ho diritto a percepire lo stipendio che prendevo un mese fa. Non c'è discrezionalità. Poi, se a qualcuno scoccia, questo è un altro paio di maniche. Pensavano di liberarsi di me, si sbagliavano. La mia è un'aspettativa parlamentare e ha altre caratteristiche rispetto all'aspettativa comune. È disciplinata dal decreto legislativo 165 del 2001, articolo 68».

Per Crisanti, attivo anche all'Imperial College di Londra, «il problema è che qualcuno guarda sempre all'aspetto malizioso. Io ho fatto quello che mi è consentito fare. Sono ancora, a tutti gli effetti, un professore dell'Università di Padova e un dirigente dell'Azienda ospedaliera, piaccia o non piaccia». Queste polemiche feriscono? «Faccio il parlamentare - conclude lo scienziato-senatore - È un servizio per il Paese ed è pure impegnativo. Quanto alle malelingue, pazienza: ho le spalle grosse».

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