«L'ufficio del procuratore distrettuale della contea di Westchester afferma che non sporgerà denuncia nel caso dello studente italiano morto in un collegio di Thornwood». È quanto si legge sul sito della polizia di Mt. Pleasant che ha indagato sul caso. Insomma, non ci sono gli estremi per procedere penalmente contro la Ef Academy per la morte di Claudio Mandia, lo studente battipagliese che frequentava l'ultimo anno e che, a febbraio scorso, era stato trovato impiccato in una stanza dove era stato messo in isolamento per punizione.
L'INDAGINE
L'indagine della polizia era stata approfondita sia sui documenti forniti di Ef Academy e sia attraverso un esame dei dispositivi elettronici personali di Claudio oltre che sulla testimonianza degli amici del ragazzo. Agli inizi del mese di novembre, i genitori hanno anche intentato una causa civile. Inappellabile, invece, secondo l'ordinamento giudiziario americano, la decisione del procuratore di archiviare il caso.
Sulla causa civile dei Mandia ieri ha risposto, con una nota, anche la Ef Academy precisando che «la causa intentata diverse settimane fa contiene molteplici dichiarazioni inesatte e non si basa sui fatti. In particolare, Claudio stava aspettando l'arrivo della sua famiglia in una stanza del dormitorio studentesco sbloccata, e in nessun momento è stato posto in isolamento senza interazione sociale o accesso ad altre risorse e strutture. Siamo certi che la nostra organizzazione e le persone premurose con cui lavoriamo abbiano sempre agito in modo appropriato». Resta in piedi, comunque, la mobilitazione per una Claudio's law.
I GENITORI
LA RICOSTRUZIONE
È stato proprio Mauro Mandia, ai funerali del figlio, a raccontare ad alcuni amici di famiglia cosa era accaduto in quella scuola. Claudio, in pratica, qualche ora prima di suicidarsi, era stato «declassato» per essersi procurato un compito già fatto. Quel compito, per la precisione, lo avrebbe anche «pagato» ad un compagno di scuola. Per quel gesto, disse allora il padre, «avrebbe subito un vero e proprio processo», quindi sarebbe stato messo in isolamento per tre giorni, in attesa dell'arrivo dei genitori, un viaggio già programmato per festeggiare tutti insieme il suo 18esimo compleanno. In quei tre giorni, comunque, gli sarebbe stato lasciato il cellulare con il quale il ragazzo parlava con la sorella, anche lei nel college, e con la sua famiglia. Senza, però, lasciar presagire le sue intenzioni.
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