Claudio Cecchetto: «Quando Fiorello e Sandy Marton vivevano insieme. Gerry Scotti? Lo fermai in aeroporto, voleva lasciare l'Italia»

Il produttore discografico e deejay racconta gli anni '80 e la nascita di molte star

Claudio Cecchetto: «Quando Fiorello e Sandy Marton vivevano insieme. Gerry Scotti? Lo fermai in aeroporto, voleva lasciare l'Italia»
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Venerdì 17 Febbraio 2023, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 08:22

Immaginate Fiorello, Sandy Marton, Marco Baldini e Franchino Tuzio (il manager dei vip morto nel 2017) che vivono insieme nella stessa casa: la casa di Radio Deejay a via Alberto da Giussano, a Milano. Padrone di casa era Claudio Cecchetto.  Siamo negli anni '80 e da lì nacquero molti nomi che oggi fanno la storia dello spettacolo. .

«Fiorello smistava il citofono per le ragazze che cercavano Sandy Marton - racconta Cecchetto al Corriere della Sera - Sandy era un vagabondo, un cittadino del mondo, la sua ultima meta era stata Ibiza. Io ne avevo sentito parlare tanto ma manco sapevo dov’era e ho pensato che molti italiani la immaginassero come un Eden, un paradiso. L’idea era fargli cantare una canzone su Ibiza così tanti, soprattutto le ragazze, avrebbero immaginato che nell’isola fossero tutti come lui. Non era vero, ma ha funzionato».

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Fiorello

«Fiorello non è un comico che interpreta un personaggio, la sua natura è da intrattenitore. È un animatore continuo, non c’è differenza tra quando è sul palco o giù dal palco. La mia previsione era che da animatore di villaggi sarebbe diventato animatore del villaggio Italia». Anche Marco Baldini ha iniziato da lì. «Mi colpì subito. Gli avevo chiesto di mandarmi una cassetta per capire che tipo era, ne arrivarono 25. In lui intravidi subito la spalla per Fiorello, perché gli altri deejay non avevano capito che non dovevano fare a gara con lui, perché Fiorello vinceva sempre. Baldini era perfetto, faceva l’assist ma tutti i gol doveva farli Fiore».

 

Amadeus

«Mi disse che abitava a Milano da un amico che lo ospitava, ma non era vero. Dopo un mese che lo vedevo con le occhiaie pensavo fosse per serate ricche di stravizi, invece ogni giorno prendeva il treno alle 5 di mattina da Verona. Non mi disse niente per non creare problemi».

Gerry Scotti voleva andarsene dall'Italia 


«Gerry Scotti - racconta ancora Cecchetto - voleva andarsene da Milano. L’ho bloccato sulla scaletta di un aereo mentre stava partendo per l’America. Lui lavorava anche come copy per la McCann, l’agenzia di pubblicità e quello gli sembrava un lavoro più solido. Gli parlai e lo convinsi a rimanere, gli dissi che era nato per questo lavoro.

Io volevo una radio fatta di persone che riconoscevi dalla voce, per me il suo timbro diverso era un plus».

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