Claudio Anastasio, il manager che ha citato il discorso di Mussolini (e si è dimesso): «Una provocazione, ma chiedo scusa agli italiani»

Il manager: "Potevo giustificare di essere stato hackerato come hanno fatto altri esponenti politici prima di me: ma non è vero"

Claudio Anastasio, il manager che ha citato il discorso di Mussolini (e si è dimesso): «Una provocazione, ma chiedo scusa agli italiani»
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Giovedì 16 Marzo 2023, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 16:53

Per quella mail che definisce «una provocazione» si è dimesso. Claudio Anastasio, manager della società pubblica 3-I S.p.A., chiede scusa agli italiani per quella lettera mandata agli altri componenti del cda nella quale citava il discorso di Benito Mussolini in Parlamento dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti: «Era una provocazione per stimolare l'attenzione del cda di fronte a una gara da un miliardo di euro. In alcune mail di componenti del CdA ero stato dileggiato prima».

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A Repubblica spiega: "il mio errore pubblico in email privata è gravissimo e non giustificabile.

Giuste e doverose le mie immediate e irrevocabili dimissioni nel solo interesse di gestione della cosa pubblica e del governo pro-tempore. Potevo giustificare di essere stato hackerato come hanno fatto altri esponenti politici prima di me: ma non è vero, proteggo i miei account di posta elettronica a massimo fattore come volevo così proteggere le connessioni di tutti i cittadini; potevo supportare giustificazione che il testo è stato scritto da un'intelligenza artificiale: anche questo non vero, ma verosimile, e si apre un tema etico sulle evoluzioni dell'intelligenza artificiale. Invece mi sono assunto le mie uniche responsabilità in merito e mi sono dimesso all'istante". 

Una provocazione
 

Definisce quelle frasi nella mail "una provocazione": "Riconosco grave la mia unica scivolata di contesto: storico e politico. Si pubblichino anche tutte le mie altre email intercorse sulla gara pubblica di INPS di 1 miliardo di euro, ma che io non fornisco, poiché ho il senso istituzionale di riservatezza ai sensi della nostra Carta costituzionale, il cui dileggio nei miei confronti è sfuggito a taluni in seno ai componenti del CdA della 3-I S.p.A. di Stato. Chiedo scusa agli italiani e al Governo di essere stato artefice di una comunicazione così riservata, se pur in senso provocatorio, per stimolare migliore riflessione su una gara pubblica di INPS da 1 miliardo di euro".

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