Chiara Ferragni candidata all'Ambrogino d'oro, bufera a Milano: «Per la città non ha fatto nulla»

Chiara Ferragni candidata all'Ambrogino d'oro, bufera a Milano: «Per la città non ha fatto nulla»
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Martedì 16 Ottobre 2018, 18:29

MILANO Chiara Ferragni e il suo matrimonio con ruota panoramica. Chiara Ferragni e la bottiglietta d’acqua a 8 euro. Chiara Ferragni candidata all’Ambrogino d’oro. Milano è in subbuglio: cosa ha fatto la blogger di tanto meritevole da essere insignita della benemerenza civica assegnata ogni anni il 7 dicembre, giorno del santo patrono? I detrattori sono indignati e ricordano che: primo, Chiara Ferragni è di Cremona e non di Milano; secondo, con il premio «la città esprime la sua gratitudine a chi dedica la propria vita al bene comune». Il sindaco Giuseppe Sala non ha intenzione di entrare nella polemica: «Io sceglierei persone sconosciute che fanno il bene di Milano, ma non ci metto becco».

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«PROFESSIONISTA DI SUCCESSO»
L’Ambrogino è un’onorificenza prestigiosa, la riceve chi ha saputo dare «un contributo speciale alla città». E i commenti sulla candidatura della fondatrice di “The Blonde Salad” si inseguono: «Cosa ha davvero fatto per Milano? Ha guadagnato soltanto lei». A proporre il suo nome alla Commissione, che deciderà a metà novembre, è stato il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi. Che spiega: «Al di là dei giudizi di valore, la Ferragni è una professionista di enorme successo, con un fatturato di 10 milioni di dollari e un’azienda che dà lavoro a una ventina di persone e a decine di consulenti.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Macha latte 😋

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Da sempre legata a Milano, dove vive e ha aperto il suo primo store, la Ferragni ha compreso prima di altri le dinamiche di internet e dei social network.
Ha contribuito a incrementare la fama della nostra città, in particolare per il settore della moda e dell’economia digitale». La diretta interessata al momento non si pronuncia, il Partito democratico replica a Comazzi segnalando le proprie candidature: per l’Ambrogino alla memoria Luigi Luca Cavalli Sforza, «il genetista di fama internazionale che ha dimostrato che esiste un’unica razza, quella umana». E poi «Arianna Szorényi, già deportata nei campi di concentramento nazisti, impegnata per la memoria» e «Jacopo Tissi, artista che ha studiato all’Accademia della Scala, il primo ballerino italiano a esibirsi al Bolshoi di Mosca».

 


C’E’ ANCHE UNA DISCOTECA
La nomination della bionda blogger è un colpo a effetto, ma non l’unica a sollevare un polverone. Nella lista della Lega spicca infatti la proposta di un riconoscimento alla discoteca Old Fashion, all’esterno della quale il primo luglio è stato accoltellato Niccolò Bettarini, il figlio diciannovenne Simona Ventura. Il questore impose i sigilli, il Tar accolse la sospensiva chiesta dal titolare Roberto Cominardi e la sera della riapertura arrivò a sorpresa il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Candidare ora l’Old Fashion è una provocazione plitica», attacca il capogruppo del Pd Filippo Barberis. Il capogruppo leghista Alessandro Morelli ribatte: «Il locale è una realtà storica dalla quale sono passate generazioni di milanesi». In totale le civiche benemerenze non devono essere più di 35, tra 15 medaglie d’oro e 20 attestati. E un premio alla carriera potrebbe essere assegnato al musicista Elio e al suo gruppo Le storie tese. L’occasione dell’Ambrogino si presentò dieci anni fa ai tempi di Letizia Moratti primo cittadino - ha ricordato venerdì scorso Elio nel corso di un dibattito con il sindaco sul tema delle periferie - ma le polemiche di quell’edizione sulla mancata premiazione di Enzo Biagi sconsigliarono alla band di accettare il riconoscimento. «Ora potrebbe essere la volta buona», è stato l’augurio di Sala.

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