Morto Carmine Montescuro, fu mediatore tra i boss della camorra. "Zi Minuzz" aveva 89 anni

Fino al febbraio 2022 è stato il detenuto più anziano della Campania e forse d'Italia

Morto Carmine Montescuro, fu mediatore tra i boss della camorra. "Zi Minuzz" aveva 89 anni
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 17:47 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 16:31

È morto, nella sua casa di Napoli, il boss della camorra Carmine Montescuro: il detenuto aveva 89 anni e fino al febbraio 2022 è stato il detenuto più anziano della Campania e forse d'Italia. Per gli inquirenti Montescuro, originario di Sant'Erasmo, è stato una vera e propria «eminenza grigia» della malavita partenopea. Chi ci ha avuto a che fare ne riconosce la conoscenza circostanziata degli ambienti criminali partenopei che gli ha consentito di ricoprire per molti anni, mantenendo sempre un profilo basso, il ruolo di ambasciatore tra i cartelli camorristici

Chi era «Zi Minuzz»

Soprannominato «Zi Minuzz», Carmine Montescuro ha svolto per almeno 30 anni il ruolo di mediatore tra le diverse anime nere della criminalità organizzata napoletana, facendo in modo che il suo piccolo gruppo malavitoso - chiamato la «piccola Svizzera» - avesse un ruolo strategico nella spartizione degli affari illeciti che si muovevano attraverso il porto di Napoli, all'epoca snodo fondamentale per i traffici delle due più importanti federazioni criminali: l'Alleanza di Secondigliano e i clan che facevano riferimento alla famiglia Mazzarella.

Secondo il pentito Maurizio Prestieri, Montescuro era vicino ai Mazzarella, in particolare a Ciro Mazzarella, e che l'allora potente boss di Secondigliano, Paolo Di Lauro, si mostrava molto rispettoso nei confronti di Zi Minuzz. Grazie alle sue capacità di mediazione, è stato in grado di mettere allo stesso tavolo i Misso, i Sarno, i Contini, i Mariano e i Mazzarella. Nella zona di Sant'Erasmo, dove comanda il suo clan, vigono due regole, la prima è la pace, e la seconda è il pagamento del pizzo, due regole che vengono seguite rigorosamente.

 

Montescuro è noto anche per la sua passione per il gioco, ed era spesso a Monte Carlo, dove avrebbe speso ingenti somme di denaro. Il 24 ottobre 2019 i carabinieri hanno smantellato il suo clan, arrestando 23 importanti membri dell'organizzazione. Nonostante la sua età avanzata, il Tribunale di Napoli ne autorizzò l'arresto e il trasferimento in carcere; tuttavia, dopo meno di due settimane, è stato trasferito dal carcere agli arresti domiciliari per motivi di salute. Nel novembre 2020 sono stati condannati 18 persone ritenute dalla Dda appartenenti al suo clan. Tra i condannati figura Nino Argano, braccio destro di Montescu. Dopo una prima scarcerazione, nel novembre 2019, venne per lui disposta nuovamente la detenzione in carcere nel novembre 2021 per violazione della misura cautelare ai domiciliari. 

Una «tradizione» di famiglia

Nel mese di dicembre 2021, Antonio, il figlio di Carmine Montescuro, ottenne una consistente riduzione di pena: da 11 anni a 5 anni e 8 mesi di reclusione.

La Corte di Appello ridusse le pene anche per altri presunti affiliati al clan Montescuro. Tutti i coinvolti avevano un ruolo strategico nella spartizione degli affari illeciti che si muovevano attraverso il porto di Napoli.

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