Britney Spears, il documentario che scuote gli Usa: dal successo alla depressione alla tutela del padre

Britney Spears, il documentario che scuote gli Usa: dal successo alla depressione alla tutela del padre
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Giovedì 11 Febbraio 2021, 07:30

Da #freebritney a #sorrybritney, da un appello virale a una mortificazione collettiva, in un coro di hashtag contriti che rimbalza da Courtney Love a Chiara Ferragni, da Sarah Jessica Parker a Miley Cyrus. Perché tutto quel che tocca Britney Spears, stella 39enne del pop da tre anni lontana dal palco, è destinato ad amplificarsi a dismisura. E così, a meno di una settimana dall'arrivo sulla tv americana del documentario Framing Britney Spears, prodotto dal New York Times e distribuito da Hulu e Fx, e a cinque giorni dall'ennesima udienza del processo che la vedrà schierata contro il padre, la parabola della cantante di Baby One More Time torna a fare da specchio alla (cattiva) coscienza globale.
Da 12 anni legalmente sotto la custodia del padre Jamie responsabile dei 60 milioni di dollari del suo patrimonio Spears tenta dal 2017 di sottrarsi all'amministrazione paterna, tanto da rifiutarsi di salire su un palco finché Jamie non sarà uscito, se non dalla sua vita, almeno dalle sue tasche. Il passaggio dal voler liberare Britney dalla custodia alla necessità di scusarsi con lei è spiegato nell'ora e mezza del documentario, costruito attraverso le testimonianze di legali, assistenti e collaboratori della cantante, travolta dal successo a 18 anni e letteralmente masticata dal sistema. Nessuno è la tesi del film si sarebbe mai accorto davvero di cosa stesse succedendo nella testa della ragazza che nei primi anni Novanta, mentre il padre lottava contro l'alcolismo, incantava New York esibendosi con la tata, Felicia Culotta, nei centri commerciali. Quel che le Spice Girl facevano in Inghilterra, Britney Spears lo faceva in America, scippando il trono alle boyband su MTV con un mix di sensualità e spontaneità adolescenziale. Solo che gli Stati Uniti non sono l'Inghilterra. E quella ragazza bionda e gentile, nata a Kentwood nell'evangelica Bible Belt, e cresciuta a pane e Topolino, si ritrova già nel 2000 al centro di un morboso interesse sociologico: troppo sexy troppo in fretta, per i giornali diventa una lolita sulla cui presunta verginità versare fiumi di inchiostro.

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IL MATRIMONIO
La situazione peggiora nel 2002, quando finisce la storia d'amore con il collega Justin Timberlake, che alla rottura con Spears dedica un video, Cry Me a River, e molte pubbliche allusioni, come ricorda il film, a una sua presunta «leggerezza» di costumi.

Nel 2003 l'impopolarità è tale che la governatrice del Maryland, intervistata, arriva a dire che «avrebbe sparato» a Spears per il cattivo esempio dato alle nuove generazioni: «Non sono la baby sitter dei suoi figli», risponde la cantante. Che evidentemente è ancora in grado di reagire. Il tracollo arriva con il matrimonio con Kevin Federline, la nascita dei figli e una depressione post-parto inevitabile: sotto scrutinio costante di paparazzi e tabloid (una sua foto arriva a costare un milione), ogni suo passo falso è segno di inadeguatezza, ogni errore una spia di incapacità. Quando la «cattiva madre» divorzia, e inizia la battaglia legale per la custodia dei figli, la frequentazione del vivace giro di Paris Hilton non aiuta la causa. Il 2007 è l'anno orribile, quello in cui si rasa i capelli a zero («Non voglio che nessuno mi tocchi») e prende a ombrellate la macchina del fotografo Daniel Ramos, che la pedina mentre chiede all'ex marito di vedere i figli («Per lei fu una pessima serata, per me la migliore dice nel film perché portai a casa uno scatto d'oro»).


I SOSPETTI
Persa la custodia dei bambini, Britney perde anche la testa: il padre entra in scena nel 2008 per separarla dal guru Sam Lufti, che ne è diventato manager, e tutelarne la salute dopo averla trovata barricata in casa. Negli anni successivi è lui a decidere sulle frequentazioni e sulle cure mediche, sul patrimonio e sulla salute: Britney sembra stare meglio, l'anno dopo torna a esibirsi. Ma i sospetti sull'efficacia della cura, restano: c'è persino racconta il film - chi è convinto che nei criptici messaggi della cantante su Instagram si celi una richiesta d'aiuto. Quel che è certo è che, nel 2017, Britney abbandona le scene: rinuncia a un lucroso contratto a Las Vegas e si rifiuta di tornare sul palco finché il padre resterà accanto a lei. «Non importa cosa si creda di sapere di una persona postava ieri su Instagram, mentre il #sorrybritney diventava virale la vita è molto diversa da quello che appare davanti all'obiettivo».

 

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