Blanco e Mahmood nudi su Vanity Fair, da Sanremo il cambio epocale ​dei costumi e la nuova curiosità per gli artisti gender fluid

I due cantanti tornano alla ribalta dopo il successo del Festival con una foto che fa discutere

Blanco e Mahmood nudi su Vanity Fair: da Sanremo il cambio epocale dei costumi della società italiana
di Andrea Palazzo
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Martedì 22 Febbraio 2022, 17:50

Ora anche la cover di Vanity Fair, mancava solo questo a suggellare l’esplosione di entusiasmo femminile per Blanco e Mahmood, la coppia piu fluida del Festival di Sanremo? Dai teneri ammiccamenti sul palcoscenico al servizio fotografico come mamma li ha fatti, la strada era scontata. Il risultato è volutamente ambiguo, se stiamo ai riferimenti pittorici oscilliamo fra gli angioletti di Raffaello e una coppia di San Sebastiani prima del martirio, icona gay più celebre della storia dell'arte.

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Blanco e Mahmood icone gender fluid

Ci pare che Sanremo abbia messo in scena meglio di qualsiasi saggio un cambiamento epocale dei costumi della società italiana.

La crescente e un po’ morbosa curiosità femminile verso artisti gender fluid, che fa sospettare una diffusa paura del maschio alfa. Solo il fattore gay viene percepito dalla donne come rassicurante e non importa se i 2 cantanti in questione siano o meno gay, qui è tutto un gioco di allusioni - nelle teorie di marketing è battezzato queerbaiting - in cui le case discografiche pescano da anni a piene mani. Ed è rivolto soprattutto al pubblico femminile (non a caso siamo su Vanity Fair).

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L'evoluzione

Ma rispetto al passato c’è un’evoluzione, la fantasia erotica mette il turbo e dal performer sessualmente incerto si passa alla coppia, in attesa di nuovi Ddl Zan. Tutto questo per solleticare orde di lettrici in tempesta ormonale con la rappresentazione di un amore che dovrebbe - in teoria - escluderle da ogni gioco. Che succede, dunque? É in atto una rivoluzione dei costumi sessuali e non ce n'eravamo accorti? Un passo in avanti verso la demolizione del patriarcato? Senza scomodare la psicanalisi, qualche dubbio ci viene, anche perché queste proiezioni amorose promettono solo fragili derive voyeuristiche.

Dall'altra parte, anche il maschio omosessuale avrebbe i suoi vantaggi in questo gioco della seduzione idealizzata: l'accettazione da parte di un femminile (quello più materno) da cui si sentiva - forse - censurato. Noi, ricordiamo con vaga nostalgia i tempi andati, quando era tutto più semplice e i due sessi non si guardavano così in cagnesco. Le ragazzine all'Ariston avevano obiettivi molto più realistici: spogliare nudo Simon Le Bon e non Ivan Cattaneo. E anche sulle di fantasie di ménage à trois, non erano forse meglio i pensieri stupendi di una volta?

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