Beppe Vessicchio, il maestro accusa la Rai: «Non mi fa più lavorare». Perché ha potuto dirigere a Sanremo

Un contenzioso mina i rapporti con l'ente

Peppe Vessicchio, il maestro accusa la Rai: «Non mi fa più lavorare»
di Luca Uccello
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Mercoledì 26 Aprile 2023, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 12:42

Peppe Vessicchio non può più lavorare in Rai. Almeno fino a quando ci sarà un contenzioso aperto con l'azienda di Stato. Un racconto che il maestro fa al quotidiano Libero e che ha un po' del paradossale: «Sono quasi dieci anni che lotto per vedere riconosciuti dei diritti su alcuni materiali di mia proprietà, dei nastri con musiche suonate da musicisti che ho ingaggiato e pagato io e per i quali mi sono accorto che la Rai non mi ha mai pagato. Ho fatto di tutto pur di non aprire il contenzioso. Sono andato a bussare di persona perché l’ufficio legale non rispondeva nemmeno alle raccomandate ma ho trovato un muro di gomma. Questa è la realtà».

E ora per il contenzioso in corso «l’ufficio scritture blocca le mie eventuali richieste di assunzione da parte di programmi prodotti dalla Rai.

Fortunatamente non vivo solo del lavoro con la Rai. La musica mi interessa a 360 gradi e ho tante possibilità. Se vivessi solo di quello sarebbe drammatico».

Per fortuna il Festival di Sanremo è salvo. Può andarci ancora. «In quel caso - racconta il mestro a Libero - l’agibilità ai direttori la fanno le case discografiche. Sono andato anche quest’anno, gratuitamente, a dirigere il duetto Grignani-Arisa. Quello era un tributo a un amico e al suo progetto, oltre al fatto che fruttava pure 25 punti al Fantasanremo!».

E a proposito di Sanremo. Cosa ne pensa dei Festival di Amadeus? «Apprezzo molto il suo lavoro. Il Festival di Sanremo è un programma tv. Se il programma va bene, lui ha fatto quello che è preposto a fare. In questo momento per avere un uditorio largo bisogna invitare quei personaggi e la tipologia di musica cui quel mondo si sente più vicino».

I suoi ricordi più belli però sono legati a Pippo Baudo: «A tutti quelli che si sono avvicendati ho sempre detto che Baudo resta l’esempio, non solo per le scelte ma per la passione che dedicava al Festival. Ho visto Pippo spostare da solo le fioriere all’Ariston per far capire quanto ci tenesse. Era presente fin dalle prime letture delle musiche. Pensi che a Bocelli fece cambiare il finale di Con te partirò. Sul disco è rimasto il finale di Pippo!».

Se potesse il maestro Vessicchio tornerebbe a dirigere e se potesse scegliere tra qualche giovane non avrebbe nessun dubbio: «Madame ha un mondo assolutamente suo. Mr.Rain mi diverte guardarlo. Perché sembra un gigante buono contornato dai bambini. Mi piacerebbe lavorare con lui».

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