Beppe Vessicchio: «Il suono è privilegio, Sanremo e Amici? Non ho mai spinto il mio destino»

Giovedì concerto per orchestra alla Cattolica del Sacro Cuore. Tributo a Ennio Morricone: «Un genio assoluto»

Beppe Vessicchio: «Il suono è privilegio, Sanremo e Amici? Non ho mai spinto il mio destino»
di Mattia Marzi
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Martedì 21 Giugno 2022, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 13:28

Durante una pausa dalle prove del concerto per orchestra che dirigerà giovedì alle 18.30 dal podio dell'Auditorium della sede romana dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, nell'ambito delle celebrazioni per il centenario della fondazione dell'ateneo (che è nella Capitale dal 1961 con la facoltà di medicina e chirurgia, dalla quale nel 64 è nata quell'eccellenza che è il Policlinico Gemelli), il Maestro Beppe Vessicchio mette in fila alcuni bizzarri intrecci tra la musica, la scienza e gli altri campi dello scibile umano: «Ha mai sentito parlare di Effetto Mozart? Gli studiosi americani lo hanno sperimentato sui topi: i roditori che sono sottoposti a questa infusione sonora delle composizioni di Mozart riescono a trovare la via d'uscita da un labirinto prima degli altri. La sua musica sblocca evidentemente certi circuiti del cervello legati all'orientamento e alla memoria», racconta.

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MOZART
E ancora: «Sempre ascoltando Mozart le mucche del Wisconsin producono l'8% in più di latte. Gli scienziati hanno scoperto che quel latte è ricco di calcio: significa che le note del genio di Salisburgo inducono il metabolismo degli animali a produrre più serotonina. Io non sono uno scienziato, ma ci credo». Non è uno scienziato, eppure il 66enne direttore d'orchestra più pop della musica italiana «dirige il Maestro Beppe Vessicchio» è una frase cult di tutti i Festival di Sanremo, tra i momenti più attesi non ha mancato di fare negli anni degli esperimenti: nel saggio La musica fa crescere i pomodori, uscito nel 2017, raccontò ad esempio che le canzoni dei Beatles sollecitano piante come la vite, migliorando la qualità del vino. «Quel libro ha venduto ad oggi 20 mila copie.

E ora sto portando avanti altri progetti simili», anticipa Vessicchio.

 


Al concerto che ha ideato per le celebrazioni dell'Università Cattolica che conta 45.702 iscritti, di cui 7.133 nella sede di Roma ha dato il titolo di Armonie nel rispecchiarsi dei saperi: «In ogni manifestazione vitale su questo pianeta il suono è sempre partecipe. È impensabile che non ci sia un codice capace di dialogare molto più profondamente con gli esseri viventi. D'altronde siamo l'unico Pianeta ad avere un suono». Detta così sembra pura filosofia new age: «Ci sono saggi che spiegano perché la musica è da considerarsi un privilegio della Terra: di fatto è un linguaggio del suono. E il nostro è l'unico Pianeta ad avere un suono. Merito è dell'atmosfera, che consente alle molecole di muoversi».

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IL TRIBUTO
Il programma del concerto, che vedrà il musicista napoletano di nascita ma romano d'adozione dirigere un'orchestra composta da musicisti giovanissimi («La pianista ha 15 anni. L'arpista ne ha 18. E c'è anche una talentuosa violinista ucraina. La musica, per come la vedo io, deve essere un luogo di pace», dice lui, fiero), mette insieme classici tratti da colonne sonore di Nino Rota per Fellini, di Bernard Herrmann per Hitchcock, di Gato Barbieri per Bertolucci, di John Williams, tra gli altri: «L'Università Cattolica è stata fondata a Milano nel 1921. In quello stesso anno è stata scoperta la banda sonora per il cinema. Fino a quel momento il cinema non aveva sonoro, se non l'accompagnamento dei vari complessini durante la proiezione in sala dei film muti. Fu una rivoluzione. Mi sembrava interessante far coincidere i due centenari».
Non mancheranno tributi a Ennio Morricone: «Un genio assoluto: chiudeva gli occhi, cercava tra il suo vissuto personale delle suggestioni e poi trasformava quei flash in note da trascrivere sul pentagramma. Il film di Tornatore racconta bene la sofferenza che provò a causa dei pregiudizi del mondo accademico di quegli anni nei confronti di un linguaggio pop come quello del cinema». Lui, invece, che ha nel suo curriculum ha ventisette edizioni del Festival di Sanremo e undici di Amici, non si è mai lasciato toccare dalle critiche dei puristi: «Non ho mai spinto il mio destino: ho accettato quello che accadeva. Il 12 giugno scorso i musicisti della Scala di Milano hanno suonato una mia composizione, Tarantina: sono felice così».
 

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