Baltimora: «Voglio essere un cantautore, non una star. E ho un sogno con Jovanotti»

Il ventenne di Ancona che ha vinto X Factor: «Mi interessa solo fare la mia musica, non riempire i palasport»

Baltimora: «Voglio essere un cantautore, non una star. E ho un sogno con Jovanotti»
di Mattia Marzi
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Sabato 11 Dicembre 2021, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 20:30

Baltimora è ancora frastornato, il giorno dopo la vittoria a X Factor. È andato a dormire all'alba, dopo la conferenza stampa post-proclamazione, le prime interviste, un paio di servizi fotografici, senza neppure aver realizzato di aver vinto la quindicesima edizione del talent, battendo in finale il favoritissimo gIANMARIA (l'ultima puntata, trasmessa giovedì sera su Sky e in chiaro su Tv8, è stata vista complessivamente da 1.301 mila spettatori e ha ottenuto uno share del 6,2%, un crollo rispetto all'8% della finale della scorsa edizione). Il ventenne cantautore di Ancona, vero nome Edoardo Spinsante, si sveglia all'ora di pranzo. E subito riparte l'ottovolante di interviste e appuntamenti vari. È confuso e stanco, ma dimostra di avere già le idee ben chiare: «Fare la popstar non è il mio obiettivo. A me piace più stare dietro le quinte. Non a caso nasco come produttore», dice.

Cosa si è presentato a fare a X Factor, allora?
«È stata la mia etichetta ad iscrivermi.

Anzi, ex etichetta ormai, perché avendo vinto il programma ora firmerò un contratto con Sony. Ho sempre cantato, ma lo facevo di nascosto. L'idea di stare al centro dell'attenzione non mi piaceva, mi vergognavo quasi».

Come l'hanno convinta?
«Mi hanno raccontato che la produzione di X Factor aveva ascoltato in rete una mia canzone, gli era piaciuto il mio stile e si è messa sulle mie tracce. Se ne è innamorato anche Hell Raton, che mi ha voluto nella sua squadra e mi ha portato alla vittoria».

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Qual era, questa canzone?
«Baltimora, che ho cantato anche in una delle puntate del talent. Il mio nome d'arte l'ho preso da lì. Ci ho messo quattro anni per scriverla».

Quattro anni per scrivere una canzone?
«Può sembrare assurdo, ma è così. Non riuscivo mai a chiuderla. È una sorta di romanzo di formazione che ho scritto negli anni del liceo. Allo scientifico durante le verifiche pensavo a scrivere i testi delle canzoni. Collezionavo 2 in pagella. L'esame di maturità, comunque, l'ho passato con 80. Poi prima di X Factor ho frequentato per un anno il Sae Institute di Milano, dove ho studiato produzione musicale».

Le prime esperienze?
«Pezzi per amici che venivano a registrare nel mio piccolo studio ad Ancona. Niente di che, però mi diverte. E non intendo rinunciare a questo tipo di attività: voglio continuare a produrre per altri anche in futuro. Mi piace il contatto con il pubblico, vedere che tante persone cantano le mie canzoni. Ma non ho l'attitudine della popstar. È un male?».

 

Me lo deve dire lei.
«Non credo che per fare il cantante si debba essere a tutti i costi una popstar. Io di sicuro non lo voglio essere. È una cosa che non mi appartiene caratterialmente. Non ho mai avuto la pretesa di fare il cantante, la stella della musica, quello che riempie i palasport».

Eppure il pubblico l'ha premiata: ha battuto gIANMARIA, che sentiva la vittoria già in tasca, con uno scarto di oltre 20 mila voti (839.965 per Baltimora, 816.913 per gIANMARIA nella finalissima di giovedì, ndr).
«È assurdo. Non se l'aspettava nessuno. Da oggi in poi per tanti sarò il vincitore di X Factor che in realtà non doveva vincere».

Così se la vive male, però.
«In realtà sono felicissimo. Mi spiace solo per gIANMARIA, che stimo davvero. Forse ha influito sul risultato finale la variabile TV8, che ha permesso al pubblico più generalista di seguire la finale (fu così che nel 2017 il tenore Lorenzo Licitra strappò a sorpresa la vittoria ai Maneskin, giovedì tornati da star mondiali sul palco del talent, ndr). Non lo so, ho bisogno di tempo per realizzare».

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Sa che il suo nome d'arte è lo stesso di un gruppo italiano degli Anni '80?
«Eccome. La loro Tarzan Boy è un tormentone anche per i ragazzi della mia generazione. Mi spiace se si creerà qualche fraintendimento. Alla fine, la musica che faccio io non ha niente a che fare con quel genere».

Con Hell Raton come vi siete salutati prima di tornare in albergo?
«L'ho ringraziato per aver creduto in me. Continuerà ad essere un mio riferimento anche dopo X Factor».

Il momento più bello della finale?
«Quando ho cantato Altro, la mia canzone. L'ho scritta lo scorso marzo, dopo una notte insonne. Se mi avessero detto che nel giro di qualche mese l'avrei cantata di fronte a 5700 persone non ci avrei mai creduto».

L'album quando uscirà?
«Lo capirò lunedì, quando incontrerò per la prima volta i discografici della Sony. Di canzoni da parte ne ho moltissime».

Il suo sogno?
«Vorrei produrre un pezzo di Jovanotti. È il mio idolo, da sempre. Ho tutti i suoi cd, li ascoltavo in macchina con mamma e papà quando d'estate facevamo lunghi viaggi. È un sogno esagerato, lo so. Ma dopo la vittoria a X Factor tutto è possibile (ride)».

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