«Io, prima bagnina disabile in acqua coi bimbi autistici». La storia della 24enne Michela Di Sciacca

«Io, prima bagnina disabile in acqua coi bimbi autistici». La storia della 24enne Michela Di Sciacca
di Graziella Melina
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Venerdì 13 Agosto 2021, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 07:27

«Quando qualcuno adesso si congratula e mi fa i complimenti, mi sento emozionata». Ma in fondo la valdostana Michela Di Sciacca quasi se ne stupisce. Perché in realtà, la giovane, 24 anni a settembre, appartiene a quella categoria di persone che non solo superano le difficoltà con determinazione, ma trovano addirittura naturale dedicarsi agli altri e infondere coraggio. La disabilità uditiva, infatti, non le ha impedito di diventare la prima operatrice in Italia di Tma (la terapia multisistemica in acqua ideata da Paolo Maietta) e prima assistente bagnante del Paese. Ad affiancarla nel percorso di formazione, l'Associazione Splash asd e gli operatori regionali della Federazione Italiana Nuoto.

Michela, come le è venuta l'idea di diventare bagnina?
«Quando ero piccola ho fatto alcuni corsi per imparare a nuotare.

Poi grazie alla mia amica, che è operatrice tma, mi sono incuriosita. Ho anche conosciuto Paolo Maietta che è il fondatore di questa terapia multisistemica. E così ho fatto il corso per capire come funziona e quindi per imparare. A me piace molto aiutare altre persone. Ho visto tanti bambini e adulti con diversi problemi neurologici e cognitivi».

È stato difficoltoso seguire il corso?
«Io ho problemi di udito. Sono sorda da quando sono nata. Sto utilizzando ausilii, anche adesso. Per mia fortuna ho avuto una perdita che si può compensare con gli apparecchi acustici».

E quando nuota?
«Sto sperimentando quegli apparecchietti per l'acqua, per vedere se funzionano. Durante il corso ho utilizzato gli ausilii, e in più l'operatore che mi seguiva mi parlava attraverso il microfono. E così io facevo tutte le tecniche nell'acqua insieme a lui».

È un corso impegnativo?
«Le tecniche che bisogna imparare sono abbastanza difficili. Ma a dire il vero le difficoltà maggiori le ho avute all'inizio per seguire il corso teorico. Bisogna capire il linguaggio medico, ma per mia fortuna grazie a Maietta e ai suoi collaboratori sono riuscita a seguire bene le lezioni».

Ma in cosa consiste il compito che dovrà svolgere in piscina?
«L'operatore tma ha il compito di seguire in acqua un bambino o anche un adulto affetto da autismo oppure con problemi a livello neurologico. Noi dobbiamo stabilire una relazione basata sulla comunicazione con l'utente. Questo poi li aiuterà anche nella loro vita. È fondamentale stimolarli a sviluppare le competenze relazionali. Lavorare in piscina con queste persone è importante perché l'acqua aiuta a comprendere le loro emozioni, a percepire quello che provano. L'operatore deve quindi capire il tipo di emozioni del bambino. Per esempio, quando è arrabbiato o felice lo comprendiamo anche solo attraverso gli occhi. Il nostro lavoro è utile poi anche ai genitori».

Già pronta per iniziare?
«Ora sono in vacanza. Quando torno in Valle d'Aosta faccio l'affiancamento. La pratica è quella un po' più difficile, bisogna capire il bambino, anticipare le mosse. Gli apparecchietti acustici mi aiutano a sentire, ma con questi bambini è importante la comunicazione emotiva e l'interazione reciproca».

Una bella sfida. Ma a lei la determinazione non manca a quanto pare.
«Sì, è un lavoro sodo. Ma quando ho un ostacolo davanti io in genere cerco di superarlo. Da piccola ho affrontato i problemi di udito. So che se ci sono difficoltà basta avere tanto coraggio. E poi i miei genitori e anche i miei fratelli mi hanno sempre spronato. Pure i miei amici mi sono stati molto vicini. Sono tante le persone che mi hanno incoraggiato, come i maestri durante il corso di assistente bagnanti. È stato stancante, ma anche grazie a loro ce l'ho fatta. Ora qualche volta mi emoziono quando le persone mi fanno i complimenti».

Sfida personale vinta. Ma perché ha deciso di volersi confrontare d'ora in poi con le difficoltà degli altri?
«Perché no. Ci sono molte persone che hanno bisogno di supporto. A me piace tanto aiutare gli altri e soprattutto fare capire ai bambini come affrontare le loro difficoltà. Voglio essergli da esempio. Voglio che facciano come me. Li aiuterò a non arrendersi mai».

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