Roberto Baggio, dalla depressione al buddismo: le 7 curiosità (che nessuno conosce) sul Divin Codino

Baggio, dalla depressione al buddismo: le 7 curiosità (che nessuno conosce) sul Divin Codino
di Piero Valesio
4 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Maggio 2021, 16:50 - Ultimo aggiornamento: 19:13

“Il Divin Codino”, film Netflix in collaborazione con Mediaset prodotto da Fabula Pictures, sarà visibile dal 26 maggio.  Ecco cinque “scoperte” riguardanti la figura di Roberto Baggio cui assisterete guardandolo.

Roby Baggio al lavoro in campagna con la Panda 4x4, e i social si scatenano

1. Il fuoriclasse (che sapeva di esserlo)

Baggio non era un artista del pallone un po’ bohemien che scindeva la prestazione dal risultato.

Sapeva al 100% di essere un fuoriclasse e non ha mai smesso di pensare che fossero gli allenatori a doversi adattare a lui non il contrario. La frase (sua): «Il problema è che io faccio loro ombra».

2. La depressione e l'aiuto di Andreina

Oltre alla conversione al buddismo la presenza di Andreina è stata nella sua vita fattore di crescita. E’ lei che piomba a Firenze per risollevarlo dalla depressione in cui, causa infortunio, rischiava di scivolare. Andreina è dietro le quinte ma decide. La frase (di Andreina): «Tu quel rigore non lo dimenticherai mai. Fattene una ragione».

3. Il ruolo di papà Florindo

Andrea Pennacchi fa di papà Florindo (scomparso mentre era in corso la lavorazione del film) l’archetipo di quei lavoratori per cui il boom economico era rimasto un concetto vuoto. Florindo è spesso durissimo con Roby ma non lo lascia mai solo. La frase (di entrambi): «Ho la tentazione di spararti» gli dice Roberto. E Florindo risponde: «Sì però stavolta mira un po’ più basso».

4. Il rapporto con Sacchi e quel cambio a Usa '94 

Il rapporti di Baggio con Sacchi fu tumultuoso e lo sapevamo. Il film ci dà l’opportunità di osservare il loro confronto dopo la sostituzione di cui fu oggetto a Usa ’94 contro la Norvegia. Baggio guardava negli occhi il suo nemico, senza abbassarli. La frase (di Sacchi): «Mi hai detto davanti a un miliardo di persone che sono matto? Certo che lo sono. Bisogna essere matti per pensare di cambiare il calcio italiano».

5. Gli anni più belli con Mazzone

Baggio visse a Brescia forse i suoi giorni più produttivi e sereni. Mazzone (interpretato da Martufello) è accogliente tanto quanto Sacchi era, nei confronti di Roby, spigoloso. Per questo quelli furono (forse) gli anni più belli. La frase (di Mazzone): «Roby vuoi che ti dica quale sarà il mio schema? Dico gli altri: date la palla a Baggio. Poi ci pensa lui».    

6. Il Buddismo

“Nam renge kyo”. Il mantra della meditazione buddista è mai, nel film su Baggio, un passaggio ammantato di sorrisi sornioni. L’unico a sorriderne è lo stesso Baggio all’inizio quando a tale pratica meditativa viene avviato dall’amico gestore di un negozio di dischi che sembra quello raccontato da Nick Hornby in Alta Fedeltà. “Nam renge kyo” è la formula con cui l’uomo Baggio trova la strada per costruire il fenomeno Baggio. La frase (di Andreina). «Sei diventato buddista? Fa attenzione, quelli ti portano via i soldi…».

Greta Scarano da “lady Totti” a protagonista di un thriller: «In tv faccio la cattiva, la vita è anche questo»

Francesco Totti riceve il Tapiro d'oro di Striscia: «Cassano arrabbiato per la serie? Per me è uscito bene»

7. Baggio idolo in Oriente

Roberto Baggio è stato ed è ancora oggi in Oriente un simbolo che brilla di luce propria. Anche e non solo per la sua fede nel Buddha. Il dolore che gli provocò l’esclusione dalla Nazionale che avrebbe giocato nel 2002 i Mondiali in Giappone e Corea  fu doppio anche per questo motivo: essere presente in quei luoghi gli avrebbe dato modo di calarsi ancora più in quella cultura e nutrirsi dell’affetto di milioni di persone che condividevano con lui una fede e non ammiravano solo il supercampione del calcio. La frase (di Baggio): «Trapattoni non mi convoca. Mi ha solo preso per il culo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA