Chi è Aurora, ospite del Concertone: «Macché strana, il mio stile pop ha fatto scuola. Sono vittima di pregiudizi sin dall'adolescenza»

Parla la cantautrice norvegese che sarà l'unica ospite internazionale al Concertone: «Mi dicono che sono troppo stravagante, ma per gli alternativi sono un modello»

Aurora: «Macché strana, il mio stile pop ha fatto scuola. Sono vittima di pregiudizi sin dall'adolescenza»
di Mattia Marzi
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Lunedì 1 Maggio 2023, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 22:23

Con quei lineamenti nordici (arriva dalla Norvegia, d'altronde), quei capelli biondo platino e quella carnagione chiarissima, sembra una dei Targaryen de Il trono di spade. Anche lo stile la rende un potenziale personaggio della serie tratta dalla saga di George R. R. Martin, con quel corsetto con fantasia floreale stretto con i lacci in pelle, quella cinta in cuoio intorno alla vita e quella lunga gonna. Sembra una guerriera, Aurora. E un po' lo è, nella scena pop mondiale di questi anni: con quella miscela tra elettronica, atmosfere folk e melodie trasognanti ispirata a Kate Bush (che sembra omaggiare anche con le sue performance, molto fisiche), la 26enne cantautrice norvegese, unica artista internazionale del cast del Concerto del Primo Maggio 2023, ha fatto scuola. Ispirando una generazione di cantautrici - anche Billie Eilish ha riconosciuto di avere un piccolo debito artistico nei suoi confronti - e diventando un piccolo caso discografico da 2,5 miliardi di streams in tutto il mondo con album come Running with the Wolves (nel 2015 a soli 2019 le permise di vincere il prestigioso Spellemannprisen, il corrispettivo norvegese dei Grammy), All My Demons Greeting Me as a Friend e A Different Kind of Human. «Mi dicono che sono troppo stravagante, ma sono un modello per gli alternativi», dice Aurora Aksnes, questo il vero nome dell'artista, che dopo l'esibizione di oggi al Concertone tornerà a Roma il 3 luglio, per presentare al Parco della Musica il nuovo album The Gods We Can Touch.

È questo il messaggio che porterà sul palco?
«Sì.

Sono vittima di pregiudizi sin dall'adolescenza. A scuola passavo il tempo ad ascoltare musica o scrivere canzoni, a ricreazione, mentre le altre ragazze pensavano a fare colpo sui ragazzi. Mi vedevano come una strana, una freak. Non mi sono mai lasciata condizionare dai giudizi degli altri. Anche quelli legati alla mia musica».

Cos'ha che non va?
«Molti mi attaccano perché non comprendono la mia proposta musicale: troppo particolare, dicono. D'altronde è sempre così: tutto ciò che è diverso ci fa paura. Io continuo ad andare dritta per la mia strada: mi sta portando lontano».

Cosa canterà sul palco del Primo Maggio?
«Ho scelto tre pezzi. Cure For Me, Exists For Love e Giving Into The Love, tratti dal mio ultimo album. Una è una dedica a come rendere questo mondo un posto migliore. Un'altra è dedicata ai giovani, ai quali dico di sentirsi loro stessi, perché non è sbagliato essere ciò che si è, a prescindere dal colore o dall'orientamento sessuale. Un'altra ancora per dire alle persone di non aver paura di sbagliare, perché è tipico degli esseri umani ed è ciò che ci fa crescere».

Che piazza si aspetta di trovare?
«Calda e pronta ad ascoltare quello che noi artisti avremo da comunicare. Non vedo l'ora di incontrare i miei colleghi italiani. A loro vorrei dire che se hanno qualcosa nel cuore, di dirlo. Di non avere paura. Lo farò anche io e oggi sarà il giorno giusto per farlo».

 

Che idea si è fatta del nostro Paese, da quando sabato sera è arrivata a Roma?
«Due giorni non bastano per farsi un'idea di un Paese. Mi sembra però che qui in Italia tutto sia connesso: le persone, la musica, il cibo, l'architettura. Di Roma mi affascina la sua bellezza eterna e la sua potenza: mi ispirano».

Conosce qualche artista italiano?
«Sì. Bruno Lauzi. Che è anche il mio cantante preferito. L'ho scoperto durante la pandemia».

Grazie a Spotify?
«No, no. Non ho nemmeno un account, ma forse questo non dovrei dirlo (si porta la mano davanti alla bocca, guardando i suoi discografici, ndr)».

E come, allora?
«Grazie a un amico, che mi ha detto: "Ascolta questa canzone, ti farà impazzire"».

Qual era?
«Ritornerai. Ho viaggiato con la mente. La mia anima ha lasciato il mio corpo ed è arrivata in Italia».

L'accennerà oggi sul palco del Concertone?
«Avrei voluto. Ma non so parlare l'italiano: farei una figuraccia. Magari mi farò trovare pronta per cantarla a luglio, quando tornerò in tour in Italia (oltre ad esibirsi il 3 luglio alla Cavea la cantautrice suonerà il 4 luglio anche a Ravenna, ndr)».

 

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