Arisa contro Paola Iezzi, dito medio e polemica per il Pride di Roma: «Ipocrita, non salutarmi più»

Paola e Chiara hanno commentato le ultime uscite della collega: «Non bisogna incriminare Rosalba per quello che ha detto, gli artisti spesso vivono nella paura di non poter lavorare, non tutti abbiamo le spalle coperte allo stesso modo, non tutti abbiamo fiducia nell'esprimere noi stessi»

Arisa contro Paola Iezzi, dito medio e polemica per il Pride di Roma: «Ipocrita, non salutarmi più»
4 Minuti di Lettura
Venerdì 9 Giugno 2023, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 13:07

Botta e risposta via social tra Arisa e Paola Iezzi, del duo Paola e Chiara. Le due cantanti hanno commentato le ultime uscite della collega - che ha rinunciato a presenziare al Pride di Roma - durante la conferenza stampa della kermesse arcobaleno che si terrà domani nella Capitale: «Non bisogna incriminare Rosalba per quello che ha detto, gli artisti spesso vivono nella paura di non poter lavorare, non tutti abbiamo le spalle coperte allo stesso modo, non tutti abbiamo fiducia nell'esprimere noi stessi. Non ci sentiamo di giudicare ciò che ha detto Arisa, chiaramente non siamo d'accordo, ma secondo noi esistono questioni più importanti rispetto all'uscita infelice di Arisa. Penso che lei abbia subito nella vita l'essere discriminati sicuramente, e questo lascia dei segni importanti e traumi che formano delle paure da grandi. Per una uscita infelice magari si scatena per giorni una polemica e poi non si parla degli aspetti importanti e dei valori del Pride».

Arisa dopo le polemiche per le frasi su Giorgia Meloni: «Non sarò al pride, mi hanno consigliato di non venire»

Video

La replica di Arisa con dito medio: «Ipocrita, se mi incontri non salutarmi»

Poco dopo è arrivata la replica di Arisa, affidata al suo profilo Instagram: «Cara Paola, ti ho sempre seguita, stimata. Mi dispiace tanto sentire queste parole, vederti parlare così di me senza cercare di mettere una buona parola tra me e la comunità LGBTQ+ nonostante la tua consapevolezza del periodo non troppo piacevole che sto attraversando per questo argomento. Io lo avrei fatto, avrei cercato il buono, di mettere pace. Invece tu ti sarai presa applausi mentre infamavi una tua collega, dicendo cose non vere, non reali, anzi te lo assicuro, non sono vere. Mi piacerebbe che tu avessi visto l'intervista perché altrimenti avresti detto che sono a favore dei matrimoni e delle adozioni tra persone dello stesso sesso. Questo fa di me comunque una persona che sostiene i diritti LGBTQ+ cara, quindi dovresti informarti». Poi Arisa continua, ricordando le parole di Paola, e chiude con un dito medio alla collega: «Non ho self confidence, vediamo. Ho paura di non lavorare, no, forse tu hai paura, perciò sei schiava di certe cose. Io non sono schiava di partito, di niente. Io amo senza paletti e dico anche di no, perché amare significa dire anche di no. Se mi incontri per strada non mi salutare, l'ipocrisia mi fa schifo. La gente ipocrita mi fa schifo.

E prima o poi la verità verrà a galla, io lavoro davvero per la comunità LGBTQ+, non faccio festini, metto i lustrini, vado in piazza  a dire "viva l'amore". Cresci, impara che non si parla degli altri quando gli altri non ci sono, soprattutto male. Non si parla male di altri quando gli altri non ci sono e non si possono difendere. Hai quasi 50 anni, ancora non hai imparato a vivere».

Cosa aveva detto Arisa

La polemica nasce da un'intervista concessa da Arisa a "La Confessione", il programma di Gomez: «Giorgia Meloni mi piace perché ha molta cazzimma. Questa cosa andrà contro di me. Una volta ho fatto un discorso dicendo che la signora Meloni mi piacesse. Tutti i miei amici mi avevano sconsigliato di farlo, affermando che sarei stata additata come fascista - aveva detto -. Non sono posizioni aperte le sue, però secondo me lei si comporta come una mamma molto severa e spaventata. Una madre che non è solo madre di un figlio, ma ne ha 4 e allora sembra che lei faccia cose che vadano bene per tutti e 4 i figli, magari penalizzandone uno. Secondo me ci vuole tempo e da parte nostra un cambio di atteggiamento, non sempre in lotta ma in dialogo. Io vorrei provare ad ampliare un po' la rappresentanza sui media rispetto alla comunità LGBTQI+, che non è fatta solo di macchiette o scene plateali, ma di gente normalissima. Penso che dobbiamo smettere di spaventare, ma dimostrare che siamo gente wow. La gente che fa un certo percorso e che sceglie liberamente e fa una scelta così difficile, sviluppa una sensibilità maggiore, è un grande dono per la comunità. Mi piacerebbe che le persone avessero la pazienza e l'amore di farle capire certe cose, perché lei è veramente una che può portarci ad alti livelli, ha la cazzimma e noi serve una persona così».

© RIPRODUZIONE RISERVATA