Alfredo Cospito, chi è il primo anarchico al 41bis e perché è nato il caso: dal ferimento di Adinolfi agli attentati esplosivi allo sciopero della fame

E' in carcere da 10 anni per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi

in carcere da 10 anni per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi
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Sabato 4 Febbraio 2023, 13:01 - Ultimo aggiornamento: 14:03

Alfredo Cospito, 55 anni, di Pescara, e poi trasferito a Torino, è il primo anarchico assegnato al regime carcerario 41bis, introdotto nel 1986: è conosciuto anche come "carcere duro" perché vieta i contatti con l'esterno.

Cospito si trova in questo regime dal maggio 2022 e dovrà restarvi per 4 anni. Dal carcere di Sassari Opera è stato di recente portato a quello di Opera per le sue precarie condizioni di salute legate a uno sciopero della fame  iniziato da un centinaio di giorni  4 anni disposta lo scorso maggio per quattro anni. 

Di lui si comincia a parlare già nel 1999 per la sua appartenza al mondo dell'insurrezionalismo torinese.

E' stato fra i redattori del foglio anarchico rivoluzionario Kn03 (nitrato di potassio, usato per i fumogeni) duffuso fino al 2008.

Con lui c'era Anna Beniamino, la compagna ora nel carcere di Rebibbia.

E' considerato uno dei personaggi più influenti dei movimenti anarchici Fai-Fri (Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale), Cospito è in carcere da 10 anni per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, avvenuto nel 2012.

Cospito venne catturato poco dopo l'agguato insieme al complice Nicola Gai, libero da deu anni grazie a uno sconto della pena ottenuto nel processo d'appello.

Sta inoltre scontando un’altra condanna a 20 anni per una serie di attentati - l’accusa contestata è quella di strage politica - per aver diretto la Federazione anarchica informale, considerata dai giudici un’associazione a delinquere con finalità di terrorismo.

Nel 2006 Cospito e altri anarchici avrebbero messo due ordigni in cassonetti davanti all’ingresso della caserma alla scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo). L’esplosione non aveva provocato feriti. 

Secondo gli inquirenti, il primo ordigno avrebbe dovuto attirare le forze, mentre il secondo le avrebbe dovute colpire. Il reato contestato era la strage, ma per la Corte di Cassazione - che ha disposto il ricalcolo della pena in sede di appello - si tratta di strage politica, che prevede come pena massima l’ergastolo e rientra tra i reati ostativi: se il detenuto non collabora con la giustizia non sono previsti benefici. Nel dicembre scorso  la corte d’Assise d’appello di Torino ha sollevato una questione di legittimità costituzionale e ha disposto la trasmissione degli atti alla Consulta. Per quegli attentati Anna Beniamino è stata condannata a 16 anni e 6 mesi.

Nel dicembre 2022  il Tribunale di sorveglianza ha respinto il reclamo dei difensori di Cospito per revocare il carcere duro. Pende appello in Cassazione con l'udienza ora fissata al 7 marzo.

E' atteso inoltre un parere della Direzione nazionale antiterrorismo sul ruolo" che Cospito ha nell'ambiente anarchico italiano e internazionale. 

Per questi motivi è scattato il 41bis per impedire contatti a Cospito del quale sono emersi testi che per gli inquirenti indicano obbiettivi da colpire. 

Testi riecheggiati nella “Chiamata internazionale all’azione in solidarietà con Alfredo Cospito dal 22 al 28 gennaio”, documento che ha innescato proteste e mobilitazioni con un invito allo scontro  «armi in pugno con il sistema». «Non basta la ’controinformazione’ - ha scritto Cospito - questa diventa rivoluzionaria quando alimenta l’azione, quando diventa strumento per i nuclei d’azione permettendo loro di armonizzare i propri attacchi e innescare l’insurrezione generalizzata».

Si teme allora che l'appello possa fare proseliti non solo nel mondo dell'anarchia. Il ministro dell'Interno,  

Ed a raccogliere l’appello allo scontro potrebbero essere non solo i suoi compagni anarchici. il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato il rischio del «ricompattamento di frange della galassia dell’antagonismo come si è visto nella manifestazione di domenica a Roma». 

E Andrea Padalino, ex gip a Milano e oggi giudice civile a Vercelli, nel 1998 a Torino come sostituto procuratore e durante la sua lunga carriera nel capoluogo piemontese, si è occupato, oltre a tanti casi eclatanti, in particolare della galassia anarchica, legata anche al movimento No Tav in Valsusa. Padalino ha detto: «Gli anarchici sanno sfruttare il dissenso. Il livello degli attentati può alzarsi in un attimo».

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