Alec Baldwin stava provando la scena quando è partito il colpo fatale che ha ucciso sul set di Rust la direttrice della fotografia Halina Hutchins e ferito il regista Joel Souza. E la pistola era puntata alla telecamera come previsto dal copione. A rivelare il dettaglio è lo stesso Souza che, in una deposizione giurata agli investigatori, racconta di aver espressamente sentito l'urlo 'cold gun', pistola scarica, prima dell'incidente. Nel giro di pochi secondi però tutti si sono resi conti che l'arma era carica. Il proiettile partito ha colpito Hutchins al petto e poi Souza alla clavicola. La donna si è subito accasciata al suolo dicendo di non sentirsi le gambe, ed è stata immediatamente soccorsa, ha ricordato Souza.
Il racconto del regista ferito
La giornata di giovedì, quella dell'incidente, era iniziata come di consueto di prima mattina ma - ha raccontato il regista - subito si erano subito accumulati dei ritardi causati dall'abbandono del set da parte di sei membri della troupe in protesta per i pagamenti in ritardo e le condizioni di sicurezza.
Souza ha precisato agli investigatori di non sapere se dopo pranzo le armi fossero state nuovamente controllate, come sarebbe dovuto accadere. Sul set - ha detto - non dovrebbero mai esserci proiettili veri. Con le autorità ha parlato anche Reid Russell, un operatore che lavorava alle riprese di Rust. E ha descritto un Baldwin molto attento nel maneggiare la pistola accertandosi ripetutamente che nessuno fosse nelle vicinanze: secondo Russell, l'attore ha rispettato tutti i protocolli di sicurezza, spingendosi anche oltre. Eppure tutti i suoi controlli non sono bastati a evitare la tragedia. Secondo alcuni esperti sul set sono stati commessi alcuni errori che hanno causato la tragedia: il maggiore è stata la presenza di armi e proiettili reali. Ed è proprio su questo punto che gli investigatori cercano chiarezza.