Alberto Asor Rosa, chi era l'intellettuale di riferimento per un'intera generazione politica da Bertinotti a Diliberto e la visione marxista della letteratura

Molto prolifico: ha diretto riviste e pubblicato numerosi saggi

Alberto Asor Rosa, l'intellettuale di riferimento da Bertinotti a Diliberto e la visione marxista della letteratura
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 15:05

Alberto Asor Rosa - Asor Rosa ha segnato la cultura letteraria e intellettuale italiana dal Dopoguerra fino ai nostri giorni, alimentando la discussione intorno al canone della tradizione e la società, la politica e la letteratura. Era nato a Roma nel 1933, si è diplomato al liceo per diplomarsi al Liceo Classico Augusto e si è poi laureato alla Sapienza, relatore Natalino Sapegno. Anche lui è diventato docente universitario: ha insegnato per molti anni Letteratura italiana all'Università La Sapienza di Roma diventando professore emerito e direttore del Dipartimento di Studi filologici, linguistici e letterariNel 1956 è tra i firmatari del "Manifesto dei 101", con cui numerosi intellettuali condannarono l'intervento sovietico. E in quello stesso anno, contro l'invasione di Budapest, lasciò il Pci. Fece ritorno nel partito solo nel 1972. 

Ha portato la visione marxista e operaista nella critica letteraria e ha studiato il rapporto tra letteratura e ideologia politica. Il profilo di Asor Rosa è infatti caratterizzato dalla militanza a sinistra.

Nel 2005 è tra gli intellettuali / sacerdoti che ispirano e promuovono l'Assemblea organizzata da Il Manifesto. Ad Asor Rosa è affidato l'intervento di apertura.

Scrive Mario Ajello nelle cronache dell'Assemblea del 16 gennaio 2005 sul Messaggero: «Asor Rosa dice che "l'essere viene prima del pensare". Che "noi siamo riformatori in senso protestante e non riformisti" (in senso fassinista e dalemiano). Che "bisogna fare una Cosa nuova" (la Cosa 7, la Cosa 11, la Cosa 24?) o comunque "avviare un organismo non burocratico ma processuale che si autotrasforma man mano che si autoverifica"». Il contesto era l'ennesima spallata che la sinistra organizzata in assemblee allargate e correntoni voleva dare al governo Berlusconi in carica. La leadership di questa opposizione era contesa fra Bertinotti e Diliberto. Asor Rosa era il massimo ispiratore di questa Cosa rossa. 

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La sua impostazione storicistica e politica è depositata in anni e anni non solo di docenza universitaria ma nelle numerose riviste e collane che ha diretto. Asor Rosa ha diretto la monumentale Letteratura italiana di Einaudi (1982-91), la rivista settimanale Rinascita (1990-91, c'era un giovane Nichi Vendola tra i redattori), Contropiano (1968-71) e Laboratorio politico (1981-83), diretta con Mario Tronti, fascicoli di un'opera "mai pacificata", si legge nella sinossi del Meridiano dedicato al professore.  

Per Einaudi ha pubblicato Scrittori e popolo, Genus italicum, Stile Calvino, Storia europea della letteratura italiana, un volume di aforismi esistenziali, L'ultimo paradosso, e Amori sospesi. Fra i suoi volumi di saggistica politica, troviamo: Le due società, Ipotesi sulla crisi italiana e La guerra, Sulle forme attuali della convivenza umana, Per Laterza ha pubblicato: Il grande silenzio, Intervista sugli intellettuali. Tra i suoi libri di narrativa: L'alba di un mondo nuovo, Storie di animali e altri viventi, Assunta e Alessandro, Racconti dell'errore e Amori sospesi.

Alberto Asor Rosa era l'unico intellettuale a poter vantare un cognome palindromo. Durante il movimento cosiddetto creativo del Settantasette sui muri della «Sapienza» a Roma comparve la scritta « Asor Rosa, sei palindromo». L'annotazione appariva stravagante, ma cosa potesse voler dire lo spiegò (da destra) con malignità il giornalista Indro Montanelli, sempre nel 1977: « Asor Rosa è un palindromo. Lo si può leggere da sinistra o da destra, e vuol dire la stessa cosa, cioè niente».

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