Abramovich, il declino dell'oligarca "vittima" di Putin: dall'avvelenamento al patrimonio dimezzato e (ormai) illiquido

La ricchezza dell'ex patron del Chelsea è scesa di oltre il 50% a 7,8 miliardi di dollari quest'anno (che tuttavia ha perso il valore reale)

Abramovich, il declino dell'oligarca "vittima" di Putin: patrimonio dimezzato e (ormai) illiquido
di Simone Pierini
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Venerdì 30 Dicembre 2022, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 09:03

Il declino di Roman Abramovich. È uno degli effetti dell'invasione russa dell'Ucraina iniziata lo scorso 24 febbraio. Tra tutti gli oligarchi russi colpiti dalle sanzioni, l'ex proprietario del Chelsea è il miliardario che ha accusato maggiormente vedendosi più che dimezzare il patrimonio multimilionario. Il club londinese aveva appena vinto il Mondiale per club e Abramovich era in campo a festeggiare con i giocatori e l'allenatore Thomas Tuchel. Da quel momento in poi però, nulla è andato secondo i suoi piani. 

Abramovich, il declino dell'oligarca "vittima" di Putin

Poche settimane dopo l'oligarca russo, 56 anni, è stato costretto a mettere in vendita i suoi preziosi possedimenti londinesi.

I legislatori del Regno Unito, dopo decenni di investimenti russi e coinvolgimento negli affari, dal settore immobiliare allo sport, hanno deciso di fare pressioni su coloro che avevano legami con il presidente Vladimir Putin - e nessuno in Gran Bretagna mostrava un profilo così alto come Abramovich. 

Dall'avvelenamento al crollo economico

Per lui, che ha fatto la sua vasta fortuna con petrolio e metalli, si è rivelato un disastro economico. E non solo. A marzo, Abramovich ha accusato sintomi di un sospetto avvelenamento dopo essersi impegnato in futili colloqui di pace tra Ucraina e Russia. Non è emerso chiaramente chi ci fosse dietro l'attacco o che tipo di veleno potesse essere stato usato, ma nei fatti si trattò di un ulteriore segnale di come la sua figura necessitasse di passare ad un profilo basso. Secondo Concord Management, i suoi asset sono stati effettivamente congelati. A dicembre inoltre il Canada ha dichiarato l'intenzione di sequestrare beni per 26 milioni di dollari dalla sua Granite Capital Holdings per aiutare a finanziare la ricostruzione dell'Ucraina.

Ricchezza dimezzata e illiquida

La ricchezza di Abramovich è scesa di oltre il 50% a 7,8 miliardi di dollari quest'anno, e parte di questa ricchezza secondo il Bloomberg Billionaires Index è oramai illiquida, ovvero un asset piuttosto complicato da vendere se non a prezzi stracciati. Quasi certamente Abramovich non vedrà alcun ricavato dalla vendita del Chelsea agli investitori statunitensi. Inoltre, la sua capacità di muoversi per il mondo con un jet privato o un superyacht e accaparrarsi le proprietà dei trofei è ormai ridotta ai minimi termini. 

 

La caduta degli oligarchi russi (non solo economica)

Si tratta del più grande declino delle circa due dozzine di miliardari russi monitorati da Bloomberg, alcuni dei quali hanno fatto fortuna quando la Russia ha privatizzato le industrie statali negli anni 90. In totale, il loro patrimonio netto è diminuito di quasi 95 miliardi di dollari quest'anno, più di 330 milioni di dollari al giorno dall'invasione dell'Ucraina. Le persone colpite, come i fondatori di LetterOne Mikhail Fridman e Petr Aven, detenevano parti significative della loro ricchezza al di fuori della Russia, anche in private equity o proprietà. Ma i cali vanno oltre il semplice denaro. «L'influenza che una volta queste élite avevano all'estero sta diminuendo e le loro opzioni su dove "parcheggiare" la loro ricchezza sono diventate sempre più limitate», ha affermato Liana Semchuk, analista di intelligence dell'Eurasia presso la società di consulenza Sibylline a Londra. «Il rifugio offerto da molte giurisdizioni europee non esiste più allo stesso modo, e in definitiva questo significa che la loro ricchezza non è più così sicura al di fuori della Russia, dove è sempre stata in gran parte alla mercé del Cremlino».

I guai con la giustizia

Non ha perso solo soldi a causa delle sanzioni ma è incappato anche in guai con la giustizia inglese un altro milionario russo di primo profilo: Mikhail Fridman, nato nell'ucraina e allora sovietica Leopoli dove ancora vivono i suoi genitori ma cresciuto in Russia, è stato fermato il 3 dicembre dalla National Crime Agency (Nca) con l'accusa di riciclaggio di denaro sporco e falsa testimonianza al ministero dell'Interno. Fridman, cofondatore del gigante russo di investimenti Alfa-Group, era, secondo Forbes, il settimo uomo più ricco di Russia nel 2017 e, stando al Bloomberg Billionaire Index, nell'agosto 2022, nonostante le sanzioni, aveva ancora un patrimonio netto teorico di circa 11 miliardi di euro.

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