No vax, Abatantuono: «I contestatori? Non hanno idee, se li vedo in tv cambio canale»

L’attore ha aderito alla petizione per il capoluogo friulano: schierarsi contro il vaccino è incomprensibile

No vax, Abatantuono: «I contestatori? Non hanno idee, se li vedo in tv cambio canale»
di Gloria Satta
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Martedì 2 Novembre 2021, 06:17 - Ultimo aggiornamento: 06:18

Tra i migliaia di firmatari della petizione on line, lanciata sulla piattaforma change.org contro l'immagine di Trieste come capitale dei no-vax, accanto a scienziati, politici, cattedratici, imprenditori ci sono anche dei personaggi noti dello spettacolo: tra loro il regista premio Oscar Gabriele Salvatores (che a Trieste ha diretto il film Il ragazzo invisibile), gli attori Lino Guanciale che in città ha girato la serie La porta rossa e ha ricevuto un premio dal Comune, Ariella Reggio fondatrice del Teatro Popolare La Contrada. E Diego Abatantuono, 66 anni, volto italiano tra i più popolari ed amati, attualmente nelle sale cinematografiche protagonista dell'irresistibile commedia Una notte da dottore.

Cosa l'ha spinta a firmare, Abatantuono?

«Volevo manifestare solidarietà e rispetto a Trieste, una città in cui ho tanti amici e in cui non ci sono soltanto no-vax.

Ma premesso che non ho l'abitudine e tantomeno l'intenzione di mettermi sul pulpito a pontificare, la ribalta la cerco solo attraverso il mio lavoro, trovo incredibile che si parli ancora di questo argomento».


Perché?

«Trovo incomprensibile che ci si possa schierare contro il vaccino, o solo accettare un confronto con chi si definisce no-vax. Io posso discutere con chi ha delle idee diverse dalle mie, ma non con una persona che rifiuta l'immunizzazione: dietro la sua posizione non c'è un pensiero o un'evidenza scientifica bensì il nulla».

E perché, secondo lei, a dispetto dell'inconfutabile utilità del vaccino c'è chi continua a proclamarsi no-vax e a manifestare contro il green-pass?

«Non riesco proprio a capirlo e, a dire la verità, quando vedo in tv un dibattito con un no-vax cambio canale: stare a sentire queste persone equivale a chiedere a un razzista di motivare perché è a favore della discriminazione... Per manifestare una posizione bisogna avere un'idea, che invece nei no-vax manca del tutto».

 

Tra i suoi conoscenti, o tra le persone con cui le è capitato di lavorare, c'è qualcuno contrario al vaccino?

«No, e se devo essere sincero preferisco non saperlo nemmeno: non vorrei scoprire che un mio amico ha questa posizione... in quel caso accetterei di avere rapporti con lui soltanto al telefono. Un fatto è sicuro: a casa mia entra soltanto chi è immunizzato. Ho ormai un'età, parenti anziani, figli e nipoti amatissimi e non voglio rischi».


Pensa che prima o poi la minoranza dei no-vax smetterà di agitarsi?

«Lo spero. L'argomento che queste persone portano avanti, lo ripeto, non esiste. Ma c'è sempre il rischio che le loro proteste vengano cavalcate e, ancora peggio, strumentalizzate da qualcun altro».

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