Grotta Guattari, partendo dal Circeo si riscrive la storia dell'uomo di Neanderthal

Grotta Guattari, partendo dal Circeo si riscrive la storia dell'uomo di Neanderthal
di Rita Cammarone
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Venerdì 11 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16:54

Da predatore immune alle infezioni virali a vittima di iene: la storia dell'uomo di Neanderthal si riscrive partendo dal Circeo. La straordinaria scoperta di oltre mille reperti all'interno di Grotta Guattari, resa nota soltanto l'8 maggio scorso dal ministro Dario Franceschini, è stata oggetto ieri di una conferenza in diretta streaming dalla sede dell'associazione Stampa Estera alla presenza della Soprintendenza archeologia per le province di Latina e Frosinone, dell'università Tor Vergata e di altri istituti di ricerca e ovviamente del Comune di San Felice Circeo.
Scopo dell'incontro a più voci, coordinate da Andrea Pancani, vicedirettore di La7, l'illustrazione alla platea internazionale delle prime risultanze scientifiche del lavoro svolto negli ultimi due anni all'interno e all'esterno della cavità, alle pendici di monte Morrone, in cui nel 1939 fu rinvenuto il cranio fossile oggi esposto al museo Pigorini di Roma.


L'INTERESSE DELL'EUROPA
Presente all'iniziativa Antonio Parenti, in rappresentanza della Commissione europea in Italia, che ha testimoniato la vicinanza dell'Ue al patrimonio archeologico italiano fondamentale per il riassetto di Pompei e sicuramente per la promozione del Circeo. Giuseppe Schiboni, sindaco di San Felice Circeo, ha subito colto la palla al balzo, sottolineando la necessità di promuovere non soltanto l'attività di ricerca ma anche la realizzazione in loco, sostenendola, di un museo civico per l'esposizione dei reperti rinvenuti e di altri progetti culturali che possano sintetizzare, in due chilometri di passeggiata, la storia dell'uomo dall'era neanderthaliana, all'epoca romana, medievale fino ai giorni nostri.
Proiettato nel corso della conferenza il documentario realizzato da Micromegas sul sito di Grotta Guattari, al termine del quale ha preso la parola la soprintendente Paola Refice per spiegare la straordinarietà della recente scoperta: «Non più un caso isolato come il rinvenimento del cranio nel 1939, ma una molteplicità di reperti, databili in un arco temporale molto lungo, di sesso ed età diversi. Un patrimonio che consente di ricostruire un contesto.

Il Neanderthal presenta caratteristiche genetiche ha aggiunto - che lo mettono in relazione a certe risposte immunitarie. Alcuni ceppi umani si sono estinti per epidemie, altri hanno resistito. Il Neanderthal non si è estinto per un virus. In corso di studio la resistenza ai virus simili al Coronavirus».


VITTIMA DI IENE
A ritornare sulle tracce di Neanderthal ci ha pensato Francesco Di Mario, funzionario della Soprintendenza, che attraverso una serie di slide ha aperto quella «capsula temporale» rimasta sigillata per oltre 60mila anni, davanti alla quale il paleontologo Alberto Carlo Blanc, il secolo scorso, si era dovuto arrendere per la presenza di acqua. «Abbiamo atteso che con l'estate il laghetto si prosciugasse ha raccontato - e abbiamo scoperto così un paleosuolo: sessanta centimetri di ossa, 26 (tra cui un cranio), attribuibili a undici individui».
Ed eccolo il nuovo contesto: non più un singolo cranio come quello trovato nel 1939 da Alessandro Guattari come ha specificato ieri il figlio Angelo Guattari, delegato del sindaco Schiboni - e affidato nelle mani del professor Blanc, con il foro occipitale allargato lasciando ipotizzare un rituale, ma tante ossa dilaniate da iene, come accertato da esami strumentali. Dunque, Grotta Guattari non più vista come una caverna dell'uomo di Neandhertal, ma come una tana di iene dominanti.
Nelle conclusioni affidate al professor Mario Federico Rolfo, docente di Archeologia preistorica dell'università Tor Vergata e Mauro Rubini, direttore del servizio di Antropologia della Sovrintendenza, la descrizione dei saggi effettuati nel corso del cantiere e il salto evolutivo tra il primo cranio scoperto nel 1939 e il secondo rinvenuto dalla recente campagna di scavi, anche questo con foro occipitale allargato. Un dettaglio ulteriore da approfondire.


In fase organizzativa visite virtuali, con appositi occhialetti, davanti all'ingresso della grotta. Saranno prenotabili, a partire dal primo week end di luglio, sul Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina.

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