Via Soriano, è incubo eternit: «C'è anche chi si è ammalato»

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Lunedì 18 Gennaio 2021, 05:00
IL CASO
In via Soriano tornano alla carica. Perché quei capannoni della ex Rasimelli e Coletti, chiusi e abbandonati da vent'anni e con le coperture in eternit fanno paura. Sfidano il freddo per ritrovarsi lì davanti un gruppetto di residenti con la consigliera comunale della Lega, Roberta Ricci, che ha preso a cuore la loro battaglia. Una battaglia che chiede alla Asl di fare chiarezza, e chi ha in mano i capannoni dell'azienda che non c'è più di intervenire.
Fuori c'è paura, dentro si mischiano due passaggi chiave in un luogo della città che è grande come uno stadio e chissà cosa potrebbe ospitare invece di essere una sorta di cimitero dell'impresa che fu. I capannoni hanno i tetti in eternit, il temibilissimo cemento-amianto e quella è la prima preoccupazione.
«Ma c'è anche- raccontano indicando i buchi nella rete di una recinzione che dove ci sono le barriere in metallo non è messa malissimo- il problema sicurezza. Qui entra e può entrare chiunque. Succede tutte le sere. La rete aperta vuol dire che l'ha dentro ci sono i bivacchi dei balordi e dei disperati». Che hanno a disposizione spazi coperti grandissimi.
Il segnale che dopo il passaggio in commissione del caso per mano della vice presidente del consiglio comunale qualche cosa si è mosso, lo danno le porte ora chiuse nella mini palazzina che sta vicino al cancello, a passo dal distributore di benzina con l'autolavaggio. C'è anche chi ha visto volare un drone là sopra. Aria si sopralluogo.
«Ma serve di più. Vogliamo risposte dalla Asl per capire come si deve muovere la proprietà attuale (una banca, ndr) per la bonifica e quello che dobbiamo aspettarci noi». Noi significa i residenti che hanno le case dall'altra parte della strade non solo. «E guardate là cosa c'è». Là sullo sfondo si vede l'ospedale. Distanza in linea d'aria non così stretta da far pensare che il rischio delle fibra di amianto se l'eternit fosse in non buone condizioni, possa prendere il volo.
«Da quando ho reso pubblica la vicenda e da quando il Messaggero ha seguito questa storia- racconta la consigliera Ricci- ho ricevuto diverse telefonate di persone molto preoccupate. E anche di familiari di chi tanti anni fa ha lavorato in questa struttura abbandonata e si è ammalata. Ho alcune segnalazioni. Con tanto di malattie professionale riconosciuta dall'Inail. Una sorta di certificazione che dice dei rischi di quei capannoni e che si deve fare presto per intervenire». Perché non bastano, dicono i residenti, le carte emerse durante l'audizione in commissione in cui la Asl ha illustrato anche le risposte di chi ha in mano quei capannoni con una dato che spiega come dal punto di vista visivo non ci si troverebbe davanti a una situazione drammatica. Però i residenti vogliono carte definitive che portino ai lavori per la messa in sicurezza dei capannoni.
Luca Benedetti
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