«Una nuova rivoluzionaria terapia contro la leucemia a cellule capellute»

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Mercoledì 19 Maggio 2021, 05:00
SALUTE
Una rivoluzionaria terapia contro la leucemia a cellule capellute. L'ultima scoperta è della struttura di Ematologia e trapianto di midollo osseo dell'ospedale Santa Maria della Misericordia. Il lavoro del direttore Brunangelo Falini e del collaboratore Enrico Tiacci, è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine. Lo studio rappresenta una pietra miliare nella terapia di precisione della leucemia a cellule capellute, così chiamata per la presenza di caratteristici prolungamenti, simili a capelli, sulla superficie delle cellule leucemiche, offrendo l'opportunità di controllo a lungo termine della malattia per i pazienti che non rispondono più alle terapie convenzionali. Una speranza per i pazienti con leucemia a cellule capellute. La ricerca è stata finanziata da un grant del consiglio europeo della ricerca vinto dal professor Tiacci, e dall'Airc. Un esempio di ricerca accademica traslazionale grazie alla cooperazione tra il dipartimento di Medicina dell'Università degli Studi, l'Azienda ospedaliera e il residence Daniele Chianelli che ha ospitato i pazienti in terapia. «Tutto va fatto risalire al 2011 spiega Falini - quando il nostro gruppo ha scoperto, e pubblicato sempre nel New England Journal of Medicine, che la leucemia a cellule capellute si sviluppa in seguito ad una mutazione che colpisce selettivamente un gene chiamato Braf. Da qui a pensare che un inibitore di Braf mutato, chiamato vemurafenib e già in uso per il melanoma maligno metastatico, poteva essere efficace anche nella leucemia a cellule capellute resistente ai chemioterapici convenzionali il passo è stato breve». È stata solo la prima fase di un percorso che oggi ha permesso di arrivare ad ottenere importanti risultati. «Dati gli eccellenti risultati ottenuti - commenta Tiacci - stiamo pianificando uno studio di confronto per verificare se vemurafenib più rituximab possa dare, in pazienti di nuova diagnosi che devono ricevere il loro primo trattamento, risultati simili a quelli della chemioterapia standard, però con tossicità inferiore». Al team i complimenti del direttore del dipartimento di Medicina Vincenzo Talesa e del direttore generale dell'Azienda ospedaliera Marcello Giannico.
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