Riciclaggio milionario, stanato ad Assisi

Riciclaggio milionario, stanato ad Assisi
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Giovedì 27 Maggio 2021, 05:00
L'INDAGINE
Romano di nascita, poi la Svizzera per completare gli studi e farsi strada nel mondo dell'economia. E infine Assisi, l'ultimo approdo: perso nella natura intorno alla città del Poverello e proprietario di un agriturismo. È lì che gli investigatori della guardia di finanza di Milano, coadiuvati dai colleghi del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia diretti dal colonnello Danilo Massimo Cardone e coordinati nelle indagini dal tenente colonnello Antonella Casazza, lo hanno stanato.
Perché l'imprenditore quarantenne in questione risulta essere tra i protagonisti di quello che a Milano viene definito un vero e proprio «schema criminale». Indagato assieme ad altre otto persone perché, fanno sapere dalla gdf, «le indagini hanno fatto emergere che lo schema criminale realizzato dai professionisti arrestati è risultato strumentale non solo a garantire un indebito risparmio di imposta a numerosi contribuenti nazionali, in favore dei quali i proventi della frode fiscale venivano gestiti fiduciariamente in paradisi fiscali oppure retrocessi in denaro contante, ma anche a creare fondi neri all'estero, oggetto di monetizzazione in contanti per la successiva effettuazione di dazioni corruttive o in alternativa al trasferimento delle somme sui conti elvetici dei destinatari delle tangenti».
Accuse ovviamente tutte da dimostrare, con l'indagato che avrà la possibilità di contestare quanto gli viene addebitato e spiegare la correttezza del proprio operato.
Secondo quanto emerge dalle oltre duecento pagine di ordinanza di applicazione di misure cautelari (i fratelli Ronzoni, uno fiduciario svizzero e l'altro consulente lombardo, sono finiti in carcere) l'imprenditore assisano d'adozione avrebbe partecipato in concorso con i due arrestati ed altre persone, dal 2010 al 2020, ad attività di riciclaggio attraverso «compagini estere» utilizzate proprio per questo scopo. «Operazioni di trasferimento di somme di denaro al fine di non consentire l'identificazione della provenienza attraverso movimentazioni estero su estero» si legge nelle carte dell'inchiesta milanese «sino alla retrocessione in Italia, anche in contanti, e all'estero su relazioni bancarie offshore per un ammontare complessivo di oltre 18 milioni di euro».
Assieme proprio al fiduciario svizzero, il titolare dell'agriturismo di Assisi avrebbe inoltre, sempre secondo quanto si legge nell'ordinanza, compiuto «operazioni in modo da ostacolare l'identificazione della provenienza da frode fiscale della somma di circa 550mila euro, percependo per tale attività una commissione del 18% della somma riciclata».
E così ieri mattina, tra le campagne intorno alla città di San Francesco sono risuonate le sirene della guardia di finanza con le fiamme gialle che si sono presentate per notificargli il sequestro preventivo di 99mila euro «quale profitto del delitto di riciclaggio» come disposto dal gip milanese Domenico Santoro.
Ma c'è di più. Perché in un vorticoso giro di fatture allo scopo, secondo gli investigatori, di avere soldi per pagare tangenti a dirigenti di imprese e prendere commesse, finiscono anche due aziende umbre: una a Foligno e l'altra a Città di Castello.
Michele Milletti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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