«Processi celeri contro le prescrizioni»

«Processi celeri contro le prescrizioni»
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Giovedì 13 Maggio 2021, 05:00
IL PERSONAGGIO
Cita poeti greci e libanesi fino a san Bernardino da Siena per anticipare la procura generale che sarà. Ma non manca certo la concretezza di un piano per sostenere l'Umbria della giustizia. Così, in pochi minuti e precise, chirurgiche parole, ieri Sergio Sottani ha preso possesso della sua nuova scrivania a palazzo del Capitano del popolo come procuratore generale, dopo la nomina del Csm con 16 voti favorevoli e 3 astenuti. Un ritorno a casa, per Sottani, perugino doc, già sostituto in via Fiorenzo di Lorenzo, poi capo a Forlì e procuratore generale ad Ancona.
Con la toga dall'inizio degli anni 80 (è stato anche giudice per due decenni), come pubblico ministero ha coordinato alcune delle maggiori inchieste italiane, dagli appalti per i Grandi eventi fino alla P4, dall'archivio segreto del Sismi fino alla riapertura del caso Pantani.
E ieri, in una cerimonia ristretta causa Covid, a cui hanno partecipato i procuratori di Perugia, Raffaele Cantone, e Spoleto, Alessandro Cannevale, oltre al presidente dell'Ordine degli avvocati Stefano Tentori Montalto e della Camera penale Vincenzo Bochicchio, dopo il saluto del presidente della Corte d'appello Mario Vincenzo D'Aprile, ha prestato il suo giuramento. Ricordando anche come «in un momento di grande difficoltà» la magistratura deve dare «una immagine assolutamente trasparente» e di «credibilità» senza «nessuna possibilità, ammesso che ci siano stati in passato cedimenti di qualsiasi genere». Il magistrato ha citato anche la «questione morale» tra gli obiettivi del suo impegno, insieme al problema dell'edilizia giudiziaria e al «giusto processo», per ottenere procedimenti «tendenzialmente celeri per vedere di evitare al massimo le prescrizioni».
Dopo la citazione dell'Itaca del poeta Kavafis, sul ritorno a casa e l'importanza del viaggio, il procuratore generale ha ricordato, con le parole di Khalil Gibran, che «la tempesta disperde i fiori ma non distrugge i semi. Ecco, noi in questo momento noi dobbiamo seminare, ristrutturare il sistema giustizia anche sotto il profilo della professionalità. E abituarci a rendere conto. San Bernardino da Siena - ha detto ancora Sottani - diceva che le persone hanno due orecchie e una bocca: noi dovremmo ricordarci che siamo più adatti ad ascoltare che a parlare».
Non slogan, ma idee sostenute da una morale e un progetto, con l'obiettivo scendendo nel concreto - di lavorare «di squadra, con i procuratori, con il personale amministrativo, una componente essenziale che purtroppo in Umbria come in altre regioni manca, e dialogando con l'avvocatura». Perché se sugli obiettivi prima si studia e poi si lavora, il nuovo pg ha ben chiare soprattutto le criticità, a partire dall'edilizia giudiziaria, da sempre tallone d'Achille del sistema giustizia soprattutto a Perugia. «Cercherò di capire ha spiegato - quale è la situazione nella regione, cercando di trovare soluzioni che siano il più possibile ecocompatibili, che consentano la circolazione dei fascicoli e non delle persone. La cui presenza è necessaria e indispensabile per i processi». Immancabile l'accenno al progetto di cittadella giudiziaria a Perugia: «Mi ricordo bene che se ne parlava già dal 2001. Io credo che sia una esigenza impellente. Non so se ci riusciremo ma certo sarà una delle priorità».
Chiusura, infine, sulla necessità di un'immagine trasparente - dopo l'appannamento dovuto a scandali e inchieste partite proprio da Perugia - e per cui «la comunicazione è fondamentale». «E non è solo quella dei singoli processi - ha aggiunto ma, nel rendere conto della nostra attività, si riescono a evidenziare tante notevoli professionalità non solo a livello di magistratura ma anche di personale amministrativo che lavora tutti i giorni. Questo - ha concluso - è il nostro compito. Saper comunicare la giustizia».
Egle Priolo
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