In fila per l'aiuto della Caritas: bussano anche gli universitari

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Domenica 17 Gennaio 2021, 05:01
LE STORIE
Affitti, bollette, supporti informatici e relative competenze. Poi la spesa e pure la difficoltà ad uscire di casa quando c'è di mezzo una quarantena da rispettare. Sono tanti i fronti su cui, ogni giorno, chiedono aiuto le persone che si rivolgono alla Caritas diocesana. Problematiche in qualche caso già ben presenti prima della pandemia, che ha comunque aggravato la situazione generale e presentato pure nuovi aspetti su cui serve sempre di più lavorare per dare un aiuto concreto a chi non ce la fa. E sono tante le persone che hanno bisogno di una mano.
Al centro di ascolto della Caritas ne arriva una media di 25 al giorno (prima dell'emergenza erano 10 o 12). Un numero certamente elevato (c'è anche chi torna più volte, per problemi diversi) che coinvolge, seppure in percentuale non particolarmente incisiva, anche giovani. Dopo l'estate, con qualche lieve miglioramento, i numeri sono tornati a crescere da settembre, periodo storicamente difficile per le famiglie che devono fare fronte anche alle spese per la scuola. Il bacino di utenza tipo è quello che ingloba la fascia di età fra i 34 ed i 45 anni. Per lo più «famiglie con 1, 2 o 3 figli», spiega al Messaggero l'assistente sociale Silvia Bagnarelli, responsabile del centro di ascolto dove è aumentata anche la presenza di persone sole. E di studenti universitari stranieri che, con l'onda lunga dell'emergenza Coronavirus, si sono ritrovati in qualche caso senza borsa di studio o senza un lavoretto che permette di tirare avanti fra tasse e affitto. Un segno che il lavoro è alla base di tutto. Quando mancano le entrate cominciano i problemi: dalle bollette alla spesa, fino ai computer, in questo momento tanto importanti per permettere i ragazzi di seguire le lezioni a distanza. «La richiesta di aiuto per le utenze domestiche è aumentata. Ma perché sono aumentati i consumi stando più in casa. Una nuova su cui viene chiesto aiuto è la la linea internet, per garantire di poter seguire la Dad o i corsi ci formazione. Internet prima era un opzione, adesso necessaria». C'è anche chi chiede aiuto per avviare le pratiche delle utenze o semplicemente attivare una casella e-mail, necessarie per accedere ai servizi della pubblica amministrazione e, mai come quest'anno, ai portali per chieder aiuti. Al centro di ascolto, dove appunto l'ascolto, l'accoglienza e l'analisi della situazione sono alla base del contatto, si sta rivolgendo anche chi una volta ha contato su quell'aiuto e dopo essere in qualche modo ripartito, oggi si è visto costretto a tornare lì complice la pandemia che ha aggravato il settore lavoro. Anche famiglie italiane, che negli anni precedenti erano in calo dopo un picco del 40% nell'utenza totale. Di certo per tutte è «molto rilevante» la questione affitti. Ad oggi tante famiglie hanno indietro 4 o 6 mesi di pagamenti. Una mano arriva anche grazie alla grande rete di solidarietà che si è creata in questi mesi di emergenza grazie a provati, aziende e ristoratori.
Riccardo Gasperini
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