Gubbio, cinghiali a Parco Ranghiasci

Gubbio, cinghiali a Parco Ranghiasci
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Giovedì 11 Marzo 2021, 05:00
IL PROBLEMA
GUBBIO Parco Ranghiasci prigioniero dei cinghiali tra segnalazioni e protesta. La situazione sta degenerando e sfugge di mano perché sostanzialmente come prima più di prima, nonostante i ripetuti propositi e l'annuncio di tanto in tanto di piani d'intervento per sistemare e valorizzare lo storico polmone verde tra il quartiere di San Martino e la parte alta della città. Il passaggio del mammifero artiodattilo è testimoniato dai segni fin troppo evidenti lasciati in diversi tratti del parco ridotto sempre più all'abbandono per l'allarmante trascuratezza, con i reportage fotografici che vengono fatti girare e in qualche caso postati sui social.
Ci sono tracce pesanti e in certe situazioni profonde, con distruzioni specialmente tra la vegetazione senza farsi tanti scrupoli. Ormai la presenza dei cinghiali è una costante tra timori e pericoli, ricordando l'ultimo sorprendente episodio del 31 gennaio scorso quando alla rotonda della Contessa e nell'area attigua di un centro commerciale sono stati avvistati e fotografati una cinghialessa con cuccioli alle porte della città in libera uscita a spasso in un pomeriggio domenicale. La problematica si trascina da anni e in particolare a parco Ranghiasci dove già nel maggio 2018 si era acceso il dibattito quando era stata anche divelta la recinzione di contenimento posizionata nel varco a nord dell'area, fino a registrare nel tempo la continua presenza dei cinghiali lungo gli stradoni del monte Ingino e nel centro storico attorno alle mura urbiche a San Martino. Nel febbraio 2019 il sindaco Filippo Mario Stirati aveva annunciato azioni energiche d'intesa con la Provincia, la Forestale e l'Ambito territoriale di caccia. «Occorre agire in più direzioni - disse nell'occasione il sindaco - e recuperare un'area verde tra le eccellenze della città, di pregio ambientale e storico, con vari problemi di gestione e manutenzione che richiedono interventi risolutivi». Resta il nodo della sistemazione del parco con gli edifici, con il ripristino delle reti di servizi come l'illuminazione manomessa, oltre che della manutenzione e custodia, soprattutto notturna, anche per scongiurare il dilagare degli atti vandalici finiti fuori controllo. C'è in sospeso la gestione patrimoniale tra Comune e Provincia per una svolta definitiva, data la riconosciuta importanza e bellezza di questo luogo di grande fascino. «Fermo restando la problematica di contenimento della specie anche nelle nostre zone - rimarcò all'epoca Stirati - dove la presenza massiccia dei cinghiali provoca danni soprattutto alle coltivazioni, nel caso specifico abbiamo messo a punto un piano coordinato di interventi per parco Ranghiasci, che è di proprietà del Comune e della Provincia di Perugia. E' stata appurata la presenza di tre-quattro cinghiali di grossa taglia e il problema dell'intrusione è stato risolto con la chiusura tramite cancello di un varco di accesso. Io stesso sono stato uno dei protagonisti della stagione di acquisizioni al patrimonio pubblico dell'area di proprietà della famiglia Ranghiasci e poi dell'acquisto da parte della Provincia».
Massimo Boccucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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