Donne ridotte in schiavitù, scovata e arrestata latitante

Donne ridotte in schiavitù, scovata e arrestata latitante
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Giovedì 11 Marzo 2021, 05:00
LA PROTESTA
Balordi, spacciatori, ubriachi. Spesso anche senza mascherina. Che vanno in giro per la zona di Fontivegge e destano allarme e preoccupazione in chi vive e lavora in zona. «Un pericolo sociale, ma ormai anche sanitario», ripetono ormai come un mantra negativo i residenti. Perché la zona, nonostante l'impegno di chi prova a rivalorizzare il quartiere, è spesso palcoscenico di brutti ceffi e perdigiorno, che magari non compiono nulla di violento, ma la cui presenza non può non preoccupare. Come l'uomo di origini straniere che da qualche giorno «alloggia dalla mattina alla sera sulle panchine davanti allo skate park»: così lo descrivono sul gruppo Facebook dell'associazione Progetto Fontivegge.
C'è chi racconta come ci sia stato il tentativo di aiutarlo, anche attraverso il Comune, ma che lui abbia rifiutato. Non sarebbe pericoloso, secondo chi con coraggio e sensibilità - ha provato a parlarci per dargli un aiuto concreto, ma comunque il vederlo sempre senza mascherina, a rovistare nei secchi dell'immondizia per poi buttare tutto per terra non è uno spettacolo tranquillizzante, anche solo dal punto di vista sanitario. Certo, le presenze inquietanti sono sicuramente altre, tra spacciatori in giro anche di giorno, tossici in cerca di una dose che violano anche gli orari del coprifuoco, secondo i residenti che li vedono dalle finestre e altri comprimari di una sceneggiatura di degrado che non piace a nessuno. Come il gruppo di stranieri notato su un autobus, qualche giorno fa, a rubare il martelletto d'emergenza a disposizione del mezzo, nonostante le richieste allarmate dell'autista di rimetterlo a posto. Chi ha seguito la scena, al di là dell'atto tra furto e vandalismo, ha avuto un solo pensiero: quel martelletto è perfetto per rompere i vetri delle auto in sosta.
LA RISPOSTA
Come faceva, per dire, il ladro seriale portato in carcere dalla polizia. Gli agenti della squadra mobile, infatti, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di furto aggravato, ricettazione e indebito utilizzo di carte di credito, nei confronti di un tunisino di 30 anni, senza fissa dimora e già pregiudicato per reati contro il patrimonio. L'uomo è stato rintracciato in centro dai poliziotti, che hanno eseguito la misura cautelare pendente nei suoi confronti. Al nordafricano vengono contestati quattro furti all'interno di autovettura, oltre a quattro episodi di ricettazione e tre di indebito utilizzo di carte di credito. Il filo comune tra i vari reati è costituito dalla zona delle sue scorribande: esattamente l'area di via XX Settembre più vicina al quartiere di Fontivegge.
È proprio lì che il magrebino ha colpito, in svariate occasioni, tra settembre e dicembre scorsi. Dalle indagini è emerso come la principale attività del tunisino fosse costituita proprio dai furti sulle auto: che si trattasse di veicoli in sosta all'interno di aree condominiali o di esercizi commerciali, l'uomo colpiva, per lo più, selezionando auto che non erano state chiuse a chiave, senza comunque esitare a infrangerne i finestrini per poter asportare borse, telefoni cellulari o altri oggetti di valore. In altre circostanze, il trentenne è stato sorpreso in possesso di smartphone, bancomat o carte di credito di cui era stato denunciato il furto, oltre alle occasioni in cui ha utilizzato altre carte di credito rubate facendo acquisti o direttamente prelievi a sportelli bancari sempre nella zona di Fontivegge. L'indagine, coordinata dalla procura, condotta attraverso appostamenti e sfruttando i filmati delle telecamere di videosorveglianza dell'area, ha permesso di addebitargli tutti i vari episodi. Che gli hanno fatto chiudere alle spalle le porte del carcere di Capanne.
Egle Priolo
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