Botte in casa, incubo per 700 donne: «Ma sempre di più dicono basta»

Botte in casa, incubo per 700 donne: «Ma sempre di più dicono basta»
di Egle Priolo
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Sabato 15 Febbraio 2020, 19:01
Trecentonovanta, più centoquarantasei, più cento, più ottantaquattro: sono i numeri della vergogna. Quelli della violenza probabilmente peggiore, perché perpetrata da chi dice di amarti. O da chi non si rassegna alla fine di un rapporto.
Violenza di genere, che quasi sempre coincide con violenza sulle donne: sommando quei numeri si arriva al dato choc di 720 persone vittime di violenza nel giro di poco più di un anno e mezzo. Un dato impressionante, ma che ovviamente non è completamente esaustivo di quante persone, soprattutto donne, sono vittime di violenza di genere. Di persecuzioni tra le mura di casa o all'interno di un rapporto sentimentale. I numeri sono emersi ieri nel corso di un incontro che all'auditorium dell'istituto scolastico Capitini che ha visto i giovani studenti delle classi quinte confrontarsi con la dirigente dell'ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti, con il preside dell'istituto, Silvio Improta, la dirigente della divisione Anticrimine della questura Rosa Alba Stramandino e Angelo Biondo dell'ufficio di Gabinetto del questore, il capo redattore Rai Giancarlo Trapanese (il Tgr ha firmato assieme alla questura il documentario #maisole che è stato mostrato ai ragazzi), l'avvocato Saschia Soli dell'associazione Cammino e lo psicologo e psicoterapeuta Mauro Benedetti.

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L'EMERGENZA
I numeri probabilmente fotografano meglio di qualunque parola le dimensioni dell'emergenza: i centri antiviolenza sparsi in tutta la regione rendono noto come siano state 390 le donne accolte nel 2018 e oltre 150 quelle nei primi nove mesi del 2019, oltre ad altre 100 impegnate nei percorsi anti violenza.
Di più. L'ispettore Francesca Gosti dell'ufficio minori della questura, ha reso noto come siano state 17 le persone ammonite dal questore nel 2018 per violenza domestica e 21 per atti persecutori, mentre nel 2019 i provvedimenti sono stati 26 per violenza domestica e 20 per atti persecutori. Numeri alti, in aumento. Ma da non considerare completamente negativi. Perché, hanno sottolineato tutti i protagonisti della giornata, «oggi le donne hanno più strumenti e maggiore fiducia per denunciare chi le maltratta».

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