Bimbo ucciso, la fuga organizzata da tempo

Bimbo ucciso, la fuga organizzata da tempo
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Venerdì 8 Ottobre 2021, 05:01
IL DRAMMA
«Il mio ex è violento e voglio andare lontana da lui. Ho il mio bimbo con me, mi puoi aiutare?». Questo il senso delle parole con cui Katalina Erzsebet Bradacs ha chiesto per giorni aiuto alle sue vecchie amicizie, nella speranza di trovare un posto in cui potesse venire accolta con Alex, il figlio di due anni che la procura di Perugia la accusa di aver ucciso a coltellate in una centrale abbandonata di Po' Bandino. Mentre il pm Manuela Comodi è pronta ad ascoltare l'ex compagno Norbert Juhasz, padre di Alex che aveva ottenuto l'affidamento subito prima della fuga dall'Ungheria all'Italia, e lei dal carcere di Capanne continua ad affermare la sua innocenza, emerge come Katalina non abbia chiamato solo il suo ex datore di lavoro a Chiusi per trovare un alloggio. Tempo prima aveva contattato alcuni vecchi amici residenti in Africa chiedendo un riferimento per trasferirsi, sembra addirittura prima della sentenza che gli ha tolto Alex, limitando a sei ore al mese il suo diritto di visita, tra l'altro sotto la supervisione del personale di una struttura protetta. La fuga con il figlio, quindi, potrebbe essere stata pianificata prima? A quale scopo? Troppo il dolore di poter perdere Alex, rabbia e vendetta nei confronti dell'ex raccontato a tutti come violento o l'idea di chiedere soldi per riportarlo indietro, come fatto il giorno prima dell'omicidio? O davvero paura, tanto da pensare di raggiungere un altro continente? Katalina, attraverso il suo legale, ribadisce di essere stata in Italia in vacanza e di essere pronta a tornare a Budapest, versione che non convince magistrato e carabinieri. Intanto, il suo avvocato Enrico Renzoni è stato oggetto di pesanti insulti sui social a proposito del suo incarico a difesa della Bradacs, tanto da «valutare azioni legali» contro chi pensa che «Facebook sia un mercato in cui ognuno può dire ciò che vuole». Una linciaggio mediatico talmente violenta da far intervenire l'Ordine degli avvocati che, con il presidente Stefano Tentori Montalto, ha espresso «piena solidarietà e vicinanza» al collega, sottolineando come «il ruolo che ogni avvocato è chiamato a svolgere costituisce un presidio al diritto di difesa di ogni cittadino».
E.Prio.
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