Bardellino già tornato al lavoro: «Tanta paura ma non è camorra»

Bardellino già tornato al lavoro: «Tanta paura ma non è camorra»
di Sandro Gionti
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Giovedì 17 Febbraio 2022, 10:38

 Sono stati due i proiettili esplosi l'altra sera, poco dopo le 19, contro Gustavo Bardellino, il 42enne addetto alle vendite della concessionaria d'auto Buonerba in via Ponteritto, nel quartiere formiano di Gianola. Sparati dall'esterno, attraverso le vetrate dell'azienda, forse con una pistola calibro 7,65. Il primo gli ha sfiorato pericolosamente il collo ed il secondo lo ha colpito alla zona dorsale toracica, sfiorando il polmone sinistro. Sottoposto, presso l'ospedale Dono Svizzero. ad un delicato intervento effettuato dall'équipe chirurgica del dottor Vincenzo Viola per l'asportazione del proiettile, Gustavo Bardellino è stato dimesso la stessa notte e ieri mattina ha fatto già ritorno al suo ufficio nell'autosalone Buonerba. «Ho vissuto dei brutti momenti confessa Sto bene, ho solo un piccolo dolore alla spalla. Voglio solo essere tutelato e continuare a lavorare. Non so chi abbia voluto spararmi». Poi racconta i particolari del grave episodio: «Ero seduto alla mia scrivania, stavo per spegnere il computer quando ho avvertito un'esplosione, alcuni frammenti mi hanno sfiorato il viso. Mi sono alzato per dirigermi verso Gianluca Buonerba, il titolare, che era a pochi metri ed aveva sentito pure lui lo sparo. Ho fatto solo pochi passi quando mi sono sentito colpire alle spalle da un secondo proiettile. Ci siamo riparati immediatamente dietro i mobili, Gianluca e io, temendo altri spari. Poi è arrivata l'ambulanza e mi hanno portato in ospedale. Non ho visto nessuno aggiunge Non so se era uno solo lo sparatore o c'era anche un complice. Si è appostato all'esterno dell'ufficio, dietro la vetrata, che presenta due fori di proiettili. Dall'interno non si vede nulla, ma da fuori, con la stanza illuminata, il bersaglio è facile».

LE INDAGINI

Il feritore (o i feritori) non è entrato né fuggito dall'ingresso principale, perché i sensori avrebbero avvertito con un suono il passaggio di un'auto o di una persona.

Probabilmente si è dileguato nella campagna retrostante, da dove era forse arrivato. I carabinieri stanno visionando le telecamere della concessionaria e quelle di abitazioni vicine. Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo del comando provinciale dei carabinieri e dalla Compagnia di Formia, sono passate ieri sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Si cerca di individuare il movente. «Escludo la pista legata ad una organizzazione camorristica. Io non faccio parte di nessuna organizzazione, sono qui per lavorare. Ho commesso anche diversi errori, ma ho fatto una scelta di campo. Vivo da tre anni con la mia compagna. Sto lavorando qui, non ho altre attività oltre questa». Tra le ipotesi anche quella passionale. Una vendetta per motivi di gelosia? O per interessi professionali e privati? Gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi. E la presenza della Dda nelle indagini corrobora anche l'ipotesi della pista camorristica. Quegli spari non erano un semplice avvertimento. Miravano ad uccidere.

LA POLITICA

L'attentato a Bardellino ripropone un clima inquietante in città. Il deputato Raffaele Trano ha inviato una nota al Procuratore Capo della Repubblica di Roma e al prefetto di Latina sollecitando un'attenzione più intensa sull territorio e ribadendo la richiesta di una sede della DIA a Formia o quantomeno di un reparto della squadra mobile. Fra l'altro il deputato rivela che già a dicembre 2020 c'era stata una sparatoria mai venuta alla luce e relariva ai Bardellino. «È un grave episodio quello accaduto a Formia, che colpisce un'intera comunità - commenta il sindaco Gianluca Taddeo Ci auguriamo che presto venga fatta luce sulla vicenda e che venga rafforzato il presidio di vigilanza sull'intero territorio».
Sandro Gionti
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