Servizio idrico, manca solo Sabaudia: ultimatum dell'Ato

Servizio idrico, manca solo Sabaudia: ultimatum dell'Ato
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Sabato 2 Gennaio 2021, 05:01
IL CASO
Un ultimatum ad adempiere entro 15 giorni, altrimenti la cosa sarà in mano alla Conferenza dei sindaci dell'Ato4. È la scadenza data dal dirigente della Segreteria tecnica operativa dell'Ato4, Umberto Bernola, alla società Acque potabili servizi idrici integrati per la consegna del servizio acquedotto della città di Sabaudia al gestore dell'Ato4, Acqualatina. La gestione della Acque potabili servizi idrici integrati era infatti quella che il presidente della Provincia di Latina (e dell'Ato4) Carlo Medici definisce come «l'ultima anomalia nel territorio dell'Ato», l'ultimo gestore diverso da Acqualatina, in forza di precedenti concessioni (Acqualatina gestisce già fognatura e depurazione nello stesso territorio). Un'anomalia che dava luogo a una doppia tariffazione al centro anche di un contenzioso tra i due diversi gestori relativamente ad alcuni corrispettivi che la gestione idrica ha fatturato agli utenti per conto del gestore di fognatura, ancora da riversare a quest'ultimo. Ora la salvaguardia del servizio acquedotto è cessata il 30 settembre e deve passare ad Acqualatina ma, secondo la determina, «nonostante le numerose richieste, non risultano ancora prodotti gli atti idonei alla preventiva quantificazione del valore residuo del subentro, da corrispondere alla Acque potabili»; inoltre, «il tardivo subentro nella gestione del servizio acquedotto nel comune di Sabaudia comporta un mancato introito che ha riflessi negativi sul servizio idrico integrato». Per questo, la determina ribadisce gli atti ancora da svolgere, come l'acquisizione in organico Acqualatina di due dipendenti dall'altro gestore, e l'elenco di dettaglio dei cespiti relativi alle infrastrutture interessate con la stratificazione degli stessi dal 1993. L'atto fissa quindi al 15 gennaio la data di «auspicabile subentro di Acqualatina», altrimenti passerà tutto in mano alla conferenza dei sindaci e alle autorità competenti per gli inadempimenti. È una vicenda che tocca tutto il territorio comunale, e quindi anche le seconde case che i cittadini romani hanno nei diversi comprensori a ridosso della città del lago. Secondo Medici, «si tratta di un passaggio chiave, in particolare la rendicontazione degli investimenti svolti e le loro ricadute in tariffa». Tariffe che saranno al centro anche della prossima conferenza dei sindaci, prevista entro la fine di gennaio, ma Medici ricorda come «pende ancora la vicenda del dissalatore di Ponza», tuttora bloccata per l'opposizione del Comune alla localizzazione a Cala dell'acqua. E continuando a portare l'acqua con le navi cisterna, il costo resta sui 4-5 milioni di euro all'anno, «che equivalgono a un aumento delle tariffe per tutti gli utenti pari a circa il 4-5%, per non parlare del fatto che dovrebbero essere caricate sulle prossime tariffe anche le partite pregresse di circa 14 milioni.
Andrea Apruzzese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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