«Strampelli: un museo da solo non basta»

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Mercoledì 17 Dicembre 2014, 06:15
LA PROPOSTA
«Casa Strampelli» di Campomoro, Alessandro Fusacchia rilancia: «Un museo da solo non basta. Varrebbe la pena farne un luogo vivo e dinamico, capace di creare connessioni col mondo: un luogo dove si pensa, si studia e si insegna», posta su Facebook il capo di gabinetto della Ministro Giannini, stregato anche lui dalle spighe fissate negli erbari da Nazzareno Strampelli e sua moglie Carlotta ormai quasi cento anni fa e dalle teche piene di sementi custodite in quella che fu la Regia stazione sperimentale di granicoltura reatina.
«Personalmente mi piace immaginare un corso universitario legato all'eredità di Strampelli, alla terra e alle scienze agrarie e capace di attirare studenti anche da fuori Rieti».
Il giovane Fusacchia, forse senza saperlo, rispolvera così il sogno con cui si fece vecchio Ermenegildo De Paulis, già consigliere comunale missino negli anni Sessanta e soprattutto figlio di una medaglia d'oro della Battaglia del Grano, ingaggiata (e vinta) dal regime fascista proprio grazie alle sementi di Strampelli. Fusacchia la mette così: «Un museo potrebbe dare l'abbrivio per ripartire. Un corso universitario farebbe il resto. Nella riunione che abbiamo fatto al Ministero mercoledì scorso (vedi Il Messaggero di sabato, ndr) - il Rettore dell'Università della Tuscia si è mostrato interessato a un ragionamento di questo tipo. C'è poi l'Archivio di Stato pronto a fare la sua parte e altri attori come Coldiretti che hanno accettato di essere coinvolti. Cosa serve adesso? Adesso serve muoversi coerentemente, tutti nella stessa direzione e farlo rapidamente, con pragmatismo. A gennaio convocheremo una nuova riunione con i colleghi del ministero delle Politiche Agricole, del Cra, del Demanio e della Tuscia. Regione, Comune e tutti coloro che ritengono di poter aggiungere un pezzo al puzzle si considerino già invitati».
A.L.
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