Racket degli autolavaggi minacce e incendi alla concorrenza: presi

Racket degli autolavaggi minacce e incendi alla concorrenza: presi
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Martedì 9 Marzo 2021, 05:01
L'OPERAZIONE
Il primo episodio risale a settembre del 2017, il successivo a maggio del 2019, poi ancora a giugno dello stesso anno: attentati incendiari utilizzando liquido infiammabile per devastare i locali e lanciare un segnale forte e chiaro. Nel mirino era finito a più riprese un autolavaggio gestito da cittadini egiziani a pochi passi dal centro di Latina, in via Cavata, uno dei più frequentati. Le indagini della squadra mobile di Latina, coordinate dal sostituto procuratore Valentina Giammaria e scattate in seguito all'intimidazione di due anni fa, hanno consentito ora di stringere il cerchio su due persone, considerate il mandante e l'esecutore, accusati di incendio, tentata estorsione aggravata e turbata libertà dell'industria.
In carcere sono finiti due egiziani, Mostafa Elsayed Wagih, 43 anni, e Eladib Ahamed Ibrahim Elmohamady, 22enne, entrambi provenienti da Roma ma di fatto domiciliati da tempo nel capoluogo pontino proprio con l'intenzione di monopolizzare gli affari e il racket degli autolavaggi. Il più giovane tra l'altro era già stato arrestato per rapina negli anni passati perché considerato componente della banda delle autolinee. Dopo l'attentato di maggio 2019, il gestore si era ritrovato con i locali semidistrutti dalle fiamme e ai poliziotti aveva raccontato che alcuni mesi prima aveva subito un tentativo di estorsione. Due persone, rimaste al momento ignote, si erano presentate a nome di Mostafa Elsayed e avevano chiesto la somma di 300 euro a settimana minacciandolo di morte qualora non avesse pagato. Una minaccia identica gli era stata fatta due anni prima, quando un altro uomo a lui sconosciuto gli aveva detto: «Se non paghi 300 euro a settimana ti incendiamo il lavaggio».
LE MINACCE
Dalle parole si era passati ai fatti e poi era arrivato un ulteriore avvertimento: «Ti tagliamo la testa, non ti facciamo più lavorare». Ma per gli investigatori guidati dal vicequestore Giuseppe Pontecorvo dietro la richiesta di denaro potrebbe esserci molto altro. Mostafa Elsayed sembra infatti essere molto noto nella comunità egiziana e il suo nome è legato al monopolio di diverse attività economiche analoghe in molte città dell'Italia centrale. Le indagini condotte dagli investigatori hanno svelato che l'intenzione era quella di imporre un monopolio anche in città, arrivando a gestire diversi autolavaggi sottraendoli a potenziali concorrenti a costo di attentati, minacce e azioni violente. Nel video del 20 maggio analizzato dalla polizia si vedono tre persone che a volto coperto si introducono di notte nella struttura, in due cospargono di liquido infiammabile il pavimento e poi appiccano il fuoco. Uno di loro addirittura a sua volta coinvolto dalla fiammata e fugge tra il fuoco che gli avvolge i vestiti. Fra i tre partecipanti immortalati dalle telecamere non ci sono però gli arrestati, il 22enne Eladib Ahamed Ibrahim Elmohamady risulta infatti al momento indagato solo per l'episodio del 2017, ma le indagini proseguono per rintracciare anche gli altri responsabili e comprendere se dietro i due personaggi ci siano altre persone che avevano messo le mani sull'affare degli autolavaggi.
Laura Pesino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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