Quattro ore di torture nel carcere, l'incubo di un detenuto pontino

Quattro ore di torture nel carcere, l'incubo di un detenuto pontino
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Venerdì 2 Luglio 2021, 05:01
L'INDAGINE
Non si placa l'eco della polemica sui metodi violenti utilizzati nei confronti dei detenuti dagli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere durante il lockdown di marzo e aprile dello scorso anno, metodi sui quali è stata aperta un'inchiesta che ha portato all'arresto di decine di persone. Oltre al vocale di alcune intercettazioni sono state diffuse anche le immagini di quanto accadeva in quei corridoi e in quelle celle nella primavera dello scorso anno. Sevizie di ogni genere nei confronti di 292 detenuti tra i quali anche il pontino Marco Ranieri per ritorsione contro una protesta nata dai timori della diffusione del Covid nel penitenziario. Insulti, colpi di manganello, il tutto da parte di più agenti contemporaneamente contro un unico detenuto alla volta. Quella che era stata classificata come perquisizione straordinaria generale' nei fatti è stata una rappresaglia durata per circa quattro ore. E Marco Ranieri, vittima anche lui di quegli abusi e sottoscrittore della denuncia che ha portato la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ad aprire un'inchiesta, ha subìto una delle aggressioni più pesanti tanto da essere riportata anche nell'ordinanza di custodia cautelare che ha raggiunto complessivamente 52 persone. Il 54enne di Latina è stato buttato a terra e picchiato «con colpi alla testa, alla schiena, alle costole, al bacino e al volto, sferrati con il manganello e con una sedia di legno scrive il giudice per le indagini preliminari nell'ordinanza - nei pressi del cancello d'ingresso del reparto Danubio», quello dove sono collocate le celle di isolamento. «Lo afferravano con forza si legge ancora nell'ordinanza - gli facevano sbattere più volte la testa contro il muro e gli sferravano, con il manganello, un violento colpo al volto causandogli la rottura di un dente e la perdita dei sensi». Di quanto accadeva nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere Ranieri, al quale in seguito a quelle aggressioni è stato diagnosticato un grave «disturbo da stress acuto derivante dalle condotte violente, aveva anche parlato con il suo avvocato raccontandogli l'incubo vissuto e soprattutto le conseguenze fisiche di quelle aggressioni. E mentre il Sappe, sindacato degli agenti di polizia penitenziaria, annuncia un esposto al Garante per la Protezione dei Dati Personali per le immagini dei colleghi diffuse la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha chiesto «un rapporto completo su ogni passaggio di informazione e sull'intera catena di responsabilità» all'interno del penitenziario casertano.
Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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