Essere un portalettere non è facile: bisogna conoscere le strade e individuare immediatamente il destinatario. Diventa un problema quando le strade non hanno nomi, le case non hanno numeri civici e soprattutto i residenti non hanno la cassetta della posta. Esattamente ciò che succede a Ponza, dove a complicare il lavoro di Pasquale Labate, 27 anni, uno dei due postini dell'isola, c'è anche un'altra criticità: l'omonimia.
I NOMI
«Qui si chiamano tutti Silverio, Giuseppe o Emma racconta il portalettere, in servizio da sette mesi a Ponza mentre i cognomi sono Vitiello o Mazzella.
LE TROVATE
C'è chi vuole la posta nel vecchio frigorifero abbandonati, chi sotto la porta di casa, chi ancora al ristorante del vicino. C'è anche chi ha messo una busta appesa al cancello: di comprare una vera cassetta neanche a parlarne. Un altro problema che si presenta d'estate è che molte persone hanno le seconde case e quindi i proprietari si trasferiscono per accogliere i turisti. «Quando vai a consegnare la posta trovo spesso il turista aggiunge il portalettere la cosa positiva di vivere in un'isola? Si conoscono tutti e quando vado al porto riesco a consegnare buona parte della corrispondenza e dei pacchi, perché il porto è punto di incontro di tutto il paese e a una certa ora si ritrovano tutti lì». Il tempo di Ponza è scandito dall'arrivo dei traghetti. «La nave porta approvvigionamenti, corrispondenza, materiali edili, infermieri, tamponi, turisti. Di conseguenza l'isola si anima di persone che vanno a far spesa al supermercato, chi va all'ufficio postale, e in molti in attesa del postino e di pacchi acquistati online specialmente in questo ultimo anno di pandemia. Ne arrivano moltissimi».
OSPITALITÀ
«Ormai qui conosco tutti - continua Pasquale e quando consegno la posta tutti vorrebbero che mi fermassi per il caffè o addirittura per un bicchierino'. Talvolta, quando mi rendo conto di avere tempo a sufficienza non mi sottraggo a queste espressioni di generosità». Pasquale è arrivato a Ponza dal 31 gennaio, dopo aver lavorato per due anni ad Aprilia e poi a Velletri. «Era una sera freddissima racconta e con il mal di mare. Anche se ho scelto Ponza perché l'avevo visitata l'anno prima e mi era piaciuta moltissimo, soprattutto perché è un luogo che stimola la creatività, utile per la musica, la mia passione. Quest'isola mi ha stregato e ho trovato l'ispirazione per scrivere i testi di alcune mie canzoni».
Pasquale, insieme al suo amico Raffaele De Marco, ha dato vita al progetto musicale RaffxPass. Il video di Pace, il loro terzo singolo uscito a giugno, è stato girato interamente a Ponza. Essere relegato su un'isola, per un artista, è quasi una fortuna: «Bisogna entrare nella mentalità di Ponza. Qui tutto sembra rallentato, le persone si svegliano con calma, l'isola si sveglia pienamente solo con l'arrivo della nave. Il tempo ha una concezione diversa e io mi sento un privilegiato».