Nuove discariche? Per ora stop a Montello e La Cogna

Nuove discariche? Per ora stop a Montello e La Cogna
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Sabato 23 Gennaio 2021, 05:00
IL CASO
Sì alla delibera per chiedere la chiusura definitiva di Montello e La Cogna, ma è di nuovo caos sulla scelta dei luoghi dove insediare lo stoccaggio del secco residuo. Il Consiglio provinciale di Latina, convocato ieri dal presidente Carlo Medici, ha varato all'unanimità dei presenti la delibera con cui si ribadisce la necessità di procedere alla bonifica dei siti di Montello a Latina e La Cogna ad Aprilia, di fatto escludendovi la realizzazione di ulteriori impianti o invasi, e di richiedere la chiusura dei siti e di avviare i ristori per le popolazioni residenti. Il testo della delibera riprende quelle approvate, rispettivamente, dai consigli comunali di Latina nel febbraio 2020 e di Aprilia nel novembre 2020, sottolineando che «i Comuni di Latina e Aprilia hanno deliberato la necessaria chiusura definitiva dei siti e bonifica post mortem delle discariche di Borgo Montello di Latina e la bonifica del sito inquinato di località La Cogna di Aprilia, senza che sia prevista la realizzazione di invasi per il deposito definitivo dei rifiuti, al fine di tutelare la salute pubblica». Una delibera approvata in corsa, in vista della conferenza dei servizi del 26 gennaio per ulteriori 38mila metri cubi di rifiuti. Se la delibera passa all'unanimità, non altrettanto accade per l'individuazione dei futuri siti per lo stoccaggio del secco residuo: Latina, in un terreo adiacente allo stabilimento della Plasmon sulla Pontina, e Fondi, in zona industriale. Se già tre giorni fa, sia il vice sindaco di Fondi, Vincenzo Carnevale, sia il sindaco di Sabaudia, Giada Gervasi, si erano detti contrari per motivazioni differenti, ieri sono stati critici i due consiglieri comunali del capoluogo, Giovanna Miele (FI) e Massimiliano Carnevale (Lega). La prima ha evidenziato che «sarebbe comunque un sito di stoccaggio posto accanto a un'azienda agroalimentare (la Plasmon, ndr); su Fondi, la questione è più grave, perché il piano provinciale l'aveva esclusa, per la presenza di falde e sorgenti»; Carnevale ha polemicamente chiesto «cosa direte alle famiglie che perderanno il lavoro se la Plasmon decidesse di delocalizzare per la vicinanza della discarica. Sono anni che sento parlare di quel sito: forse è a cuore a qualcuno». È poi Antonio Terra, primo cittadino di Aprilia, a evidenziare che «c'è una sentenza, in cui il Tar nomina un commissario ad acta: dobbiamo comunicare con lui e dobbiamo tornare in commissione Ambiente per valutare di più i siti». «Si è arrivati a questa proposta dopo un lavoro lungo - ha ribattuto Medici - non stiamo facendo nulla che inquini; gli impianti saranno realizzati previa verifica dell'esistenza di tutti i requisiti e le caratteristiche necessarie anche dal punto di vista ambientale; tutti gli amministratori pubblici devono essere convinti che l'unico sistema di gestione che comporta sicuro rispetto dell'ambiente, economicità e continuità del servizio è la gestione pubblica. Mi appello alla responsabilità di tutti: remiamo nella stessa direzione, e non pensiamo alle elezioni». «No alle dispute politiche» è il commento infine di Paolo Bortoletto e Giorgio Libralato in nome dei comitati riuniti di Montello, Bainsizza, Santa Maria, Le Ferriere e delle famiglie di via Monfalcone (dove ha sede la discarica di Montello, ndr). In una lunga riflessione, i due osservano che «l'amministrazione Coletta è andata, prima amministrazione di Latina, in commissione contro le ecomafie; ha chiesto e chiede il risarcimento di danni ai cittadini che è la prima condizione, insieme alla chiusura e bonifica di Borgo Montello, irrinunciabile a considerare eventuali altri siti di discarica. Il cambio di passo dell'amministrazione Coletta è anche quello di chiedere che il peso sia ripartito con altri territori, come prevedono la norma, la logica, la politica e gli obblighi e soprattutto che sia a tempo e non che si ripeta l'errore dell'ultimo mezzo secolo. Altro aspetto e condizione significativi è che sia valutato questo territorio come altri possibili territori quale sito di impianti, che la gestione sia pubblica e che tutte le condizioni vengano stabilite da esperti condivisi con la popolazione».
Andrea Apruzzese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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