Nucleare, primo atto di Stefanelli in Provincia: chiesti ristori per 41 milioni

Nucleare, primo atto di Stefanelli in Provincia: chiesti ristori per 41 milioni
di Andrea Apruzzese
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Giovedì 23 Dicembre 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 08:29

 La Provincia di Latina batte cassa al Governo sul ristoro nucleare per 16 milioni di euro, poche settimane dopo che il Comune capoluogo ha presentato richiesta di azione risarcitoria per 25 milioni di euro sullo stesso tema.
È il primo atto ufficiale del neo presidente dell'ente di via Costa, Gerardo Stefanelli: una serie di affidamenti all'Avvocatura della Provincia per diverse incombenze, alcune di routine e di prassi, come le resistenze in giudizio o difese dell'ente rispetto ai ricorsi al Giudice di pace contro sanzioni per violazioni al Codice della strada. Tra le altre, però, spicca un'ordinanza, con cui Stefanelli dà mandato all'Avvocatura «di procedere giudizialmente nei confronti della Presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero dell'Economia e delle finanze e del Comitato interministeriale per la programmazione economica, al fine di ottenere l'ulteriore 70% del contributo per gli anni dal 2005 al 2019, e così, fino al definitivo smantellamento dell'impianto», in quanto lo Stato ha versato solo il 30% di quel contributo, a causa - secondo gli enti ricorrenti - di un'errata interpretazione del 70% contenuta in una legge Finanziaria di una decina di anni fa.


 Il tema è quello della compensazione, ovvero del ristoro, dovuto ai territori per la servitù di impianti nucleari: «A decorrere dal 2005, con delibere del Cipe, lo Stato ha riconosciuto alla Provincia di Latina solo il 30% delle somme complessivamente raccolte dalla Cassa conguaglio per il Settore elettrico e dovute a titolo di ristoro compensativo al fine di attenuare il carico ambientale che da anni il territorio pontino sta sopportando per la presenza della Centrale nucleare di Borgo Sabotino». Riduzione che «è stata ritenuta illegittima dal Tribunale di Roma con sentenza del 2016, confermata in Corte d'Appello nel 2020, nel giudizio intentato da alcuni Comuni ospitanti centrali nucleari».
La Provincia di Latina non si era mai inserita - fino ad ora - in questi ricorsi.

Lo fa adesso, con questo atto di Stefanelli secondo cui anche l'ente di via Costa «ha diritto a pretendere la residua quota non corrisposta e dovuta fino al definitivo smantellamento degli impianti». «La Provincia - spiega il presidente - non aveva fatto ricorso nel 2015, mentre alcuni Comuni sì, e avevano vinto in primo e secondo grado; ora il Governo ha ricorso in Cassazione e a questo punto è partita la Provincia per provare a beneficiare della sentenza di secondo grado di cui hanno goduto alcuni Comuni per l'adeguamento della propria quota di ristoro del nucleare».

COMUNI ALLA CARICA

L'intervento della Provincia segue le azioni avviate da diversi Comuni che ospitano impianti nucleari, divisi sostanzialmente in tre grandi filoni: quelli che avevano fatto ricorso da subito, quelli che si sono accodati in un secondo momento, e quelli che sono rimasti fermi. Ma l'interpretazione della norma, oggetto di azione giudiziaria, deve ovviamente valere per tutti. Il Comune di Latina non si mosse subito, ma solo nel 2016, quando, scaduti i termini per una costituzione, ancorché tardiva, notificò comunque alla presidenza del Consiglio una nota interruttiva dei termini prescrizionali del credito, e partecipando poi ai tavoli di interlocuzione con Governo e altri Comuni. Colloqui approfonditi in particolare con l'allora Governo Conte, ma interrotti dalla caduta dell'esecutivo. Immediatamente prima dell'esito elettorale, quindi, il Comune di Latina ha inteso mettere in sicurezza l'ente, formalizzando, con la propria Avvocatura, nei confronti del Governo, la richiesta di azione risarcitoria. «Ora siamo in procinto di avere un incontro con l'attuale Governo guidato da Mario Draghi», spiega l'ex vice sindaco, Paola Briganti, che ha seguito l'intera vicenda, precisando come «questa amministrazione non ha rinunciato ad alcuna azione».
Interlocuzioni che hanno l'obiettivo di risolver estragiudizialmente, con una transazione, la vicenda. Questo anche per evitare una possibile invocazione da parte del Governo della norma costituzionale sull'equilibrio di finanza, che potrebbe consentigli di non versare le somme.
Andrea Apruzzese
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