Madre di Alessia e Martina «Ora non posso più tacere»

Madre di Alessia e Martina «Ora non posso più tacere»
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Venerdì 26 Novembre 2021, 05:01
L'APPELLO
Non è voluta mancare in questa giornata così importante, Antonietta Gargiulo, colpita dal marito da tre proiettili di pistola mentre si trovava nel garage della sua abitazione a Collina dei Pini a Cisterna per andare al lavoro.
Era l'alba del 28 febbraio del 2018. La figli Martina, 7 anni, venne uccisa subito dopo, quando ancora dormiva nel suo letto. Alessia, 13 anni, era già sveglia, forse assonnata ma in piedi, quando suo padre Luigi Capasso le ha sparato a sangue freddo. Dopo nove ore di trattative con i negoziatori l'ex appuntato scelto dei carabinieri si è tolto la vita sparandosi alla testa con la pistola d'ordinanza. Antonietta è sopravvista a quella che tutti ricordano come la strage di Cisterna ma è condannata all'ergastolo del dolore.
«Quest'anno in occasione di questa giornata, per le difficoltà che sto incontrando nella mia vita ad elaborare quello che è accaduto alle mie bambine e a me scrive Antonietta pensavo di non avere più nulla da dire. In realtà non credo che riuscirò mai su questa terra ad elaborare la nostra vicenda. Il peso è troppo grande per me».
È stato l'omicidio nel viterbese di Mattias, sgozzato a dieci anni dal padre, come vendetta per punire l'ex compagna che voleva lasciarlo a spingere Antonietta a parlare di nuovo di violenza dopo 3 anni di silenzio. «Quando ho appreso la notizia del piccolo Mattias, ucciso dal padre, non ho potuto fare a meno di tacere continua Antonietta abbiamo continuamente notizia di femminicidi e non solo. Nella mia prima lettera del 25 novembre del 2018, avevo scritto purtroppo, che la denuncia o un'ordinanza del giudice non ti difende da chi ti vuole uccidere. Questi fatti ci devono interrogare, devono farci fare delle domande, su un sistema che non funziona più. Questi omicidi sono un'emergenza sociale, che non può essere sottovalutata, che ha bisogno di provvedimenti immediati e restrittivi nei confronti degli aggressori, programmi di protezione per donne e bambini. Bisogna aprire nuove strade. La preghiera finale è rivolta alle forze dell'ordine. «Il mio appello va alle forze politiche e militari, alla magistratura, a chi ha le competenze e gli strumenti per rendere attuabili questi provvedimenti, questi cambiamenti».
«Penso alla mamma di Mattias, a cui, come me, hanno distrutto l'esistenza -scive Antonietta - e nulla ci potrà ridare quello che ci è stato tolto, una categoria che non ha tutele. Per me, per Alessia e Martina, questo era un giorno importante, un segno di impegno, solidarietà e cambiamento. Allora come dico sempre, a chiunque incontro che bisogna aiutare le donne, perché dietro una donna spesso ci sono dei bambini, salvando una donna, salviamo dei bambini innocenti. Questo è il mio augurio per me, e per ognuno di voi conclude Antonietta nella sua lettera, letta durante la tavola rotonda di ieri pomeriggio al palazzo comunale, organizzata dalla Consulta delle donne he possiamo essere portatori di speranza, e fare concretamente qualcosa per questa piaga sociale perché, come recita il Talmud: chi salva una sola vita, salva il mondo intero! Il mio augurio salvare più vite possibili, non chiudetevi nella quotidianità dell'egoismo. Infine, non dimenticatevi di noi, come io penso a tutti voi, cari amici, e alla mia vita a Cisterna, ogni giorno. Grazie che ci amate e che da lontano e da vicino vi prendete cura di me e delle mie bambine. Non c'è un solo giorno in cui non pensi a tutti voi!».
C. Pao.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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