Marrakech, sogno arabo

Marrakech, sogno arabo
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Giovedì 25 Settembre 2014, 06:23
IL REPORTAGE
MARRAKECH
Ora è davvero di moda come New York, piena di alberghi extra lusso, hammam, negozi e locali trendy aperti tutta la notte. Sensuale e trasgressiva lo è sempre stata, in virtù di un fascino antico e contagioso, quello di una terra di confine tra i monti dell'Atlante e il deserto. Basta entrare nella Medina di Marrakech, oltrepassando le poderose mura, per capire che la «città rossa» vive un nuovo Rinascimento, tappa privilegiata di un turismo che ama il bel vivere, le arti e la contaminazione culturale.
Certo del passato polveroso e selvaggio di piazza Djemaa el-Fna, assediata da cammelli e venditori d'acqua, resta solo una eco lontana, un caldo rumore di fondo. Ma di notte, ogni notte, l'incantesimo del caravanserraglio si ripete come una passione improvvisa, il bacio di un'amante appena conosciuta. Lasciando i visitatori stranieri storditi e senza fiato. In balia - non a caso - di incantatori di serpenti, acrobati e ammaestratori di scimmie, mentre suonatori di tamburi e mangiatori di fuoco fanno a gara per stupire e stupirsi. Un flusso infinito di vita che, dopo il rosso tramonto africano (imperdibile nella piazza affollata), travolge e ubriaca. E spinge a perdersi nelle stradine strette del suk color zafferano, a confondersi con i chiassosi abitanti locali. Qui, in un labirinto di sapori acri, si nascondono ristoranti stellati e riad, le antiche case marocchine senza tempo. Nei vicoli capita poi d'incontrare asini grigi che trainano carretti di legno colmi di spazzatura e motorini impazziti, incuranti dei passanti e dei venditori di spezie. In un caos bizzarro, che la luna illumina solitaria.
STILE DI VITA

I giovani arabi bene, classe ricca ed emergente di un Paese in forte crescita, vengono qui per partecipare alla festa, sorseggiando l'ottimo the alla menta sulle terrazze con piscina dei grandi alberghi della città. Che replicano, all'ombra delle palme, atmosfere e stili di vita che puoi trovare a Londra o a Parigi.
Sembrano invece usciti dal Medioevo i tanti artigiani che, nel cuore della Medina, vendono tappeti e candelabri, piatti e oggetti d'uso comune. Con i loro martelletti di bronzo e le candele in vetrina offrono ai passanti una straordinaria dimostrazione delle tradizioni locali. Sorridono pigri e annoiati, ma guardano ai gusti moderni, di tendenza. Come la cucina fusion marocchina che prova - non senza suscitare dubbi tra i più ortodossi - a coniugare sushi e cous cous, involtini di pesce crudo e piatti arabi.
Una globalizzazione dei gusti che ha preso piede, dando forza, a torto o a ragione, ad uno shopping sempre più oriental chic che attira turisti da tutto il mondo e che insieme alle tante manifestazioni culturali, rinverdisce i fasti degli anni Settanta, quando Yves Saint Laurent stabilì proprio a Marrakech il suo buon retiro.
LA CULTURA

Celebrato da quarant'anni e molto seguito, il Festival del Folclore (si tiene nel mese di giugno), resta una manifestazione unica nel suo genere, tutta dedicata alla cultura berbera, che richiama artisti da tutto il paese. Si svolge nei giardini del maestoso Palais el-Badi e ogni anno è incentrato su un tema differente, che viene sviluppato dalle varie compagnie marocchine di canto e di danza. Emozionante e coinvolgente la carica della cavalleria berbera che si svolge tutte le sere, rigorosamente al tramonto davanti ai bastioni nei pressi di Bab el-Jedid.
A settembre altro festival con in mostra la produzione cinematografica di punta araba e africana. Molto apprezzata, tra l'altro, da Marella Agnelli che vive da anni in città insieme ad consistente nucleo di italiani, che hanno messo le tende nel quartiere più chic delle Palmerie. Tutto intorno nuovi campi di golf a cinque stelle (il Marocco punta forte su questo settore per incrementare i flussi turistici e diversificare l'offerta) e resort (il migliore è il Royal Palm) con piscine infinite e cascate con il deserto a fare da quinta. Ma di assoluto livello c'è anche lo storico Maison Arabe del principe Fabrizio Ruspoli o il lussuosissimo Royal Mansour con suite da 25 mila euro a notte, per sovrani e principi.
LE MANIFESTAZIONI
Da non perdere, sempre nel cuore della Medina, una visita alla Mellah. Proprio in questa zona, nel polveroso quartiere ebraico, sorgono i più alti edifici di mattoni di fango della città. Alcune porte azzurrine sono ancora lì, sfuggite agli antiquari parigini, decorate con stelle a sei punte e menorah. Tappe obbligate: la sinagoga locale e i palazzi dei sultani (Palazzo Badi e Palazzo Bahia), le tombe dei Saaditi e gli splendidi giardini di Agdal. Per amatori il museo etnografico con splendide foto di giovanissime donne berbere ingioiellate, doni accumulati negli anni dalla famiglia di origine e resi magici dai potenti sciamani delle montagne. Con lo scopo segreto di sconfiggere il malocchio e propiziare alle spose-bambine un matrimonio lungo e felice.
Umberto Mancini
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