I rottamati dell'high-tech

I rottamati dell'high-tech
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Domenica 14 Settembre 2014, 05:56
OUT
NEW YORK
Senza una parola di commiato e senza una lacrima, l'iPod Classic è stato cancellato questa settimana dal listino della Apple nel più assoluto silenzio, tanto che ci si è accorti della perdita solo il giorno dopo la conferenza di martedì scorso, quando la tribù dei consumatori della mela ha cominciato a lamentarsi a gran voce sui blog della rete. La discoteca ambulante da 160 Giga, capace di infilare nel taschino di una camicia 40.000 pezzi musicali, è scivolata nella pattumiera della storia cibernetica solo sette anni dopo il debutto, che a sua volta aveva segnato la fine di un'intera generazione di portatili musicali, dai boom box ai walkman.
LA TENDENZA
Quanto è grande la collezione degli oggetti che come meteore si sono affacciati nella nostra vita di consumatori, l'hanno dominata per una frazione di tempo, e poi sono scomparsi? Abbastanza da aver dato vita ad un museo, seppure virtuale, come quello realizzato dall'agenzia tedesca Jung von Matt, con la galleria di video: Musuem of Obsolete Objects. Ogni filmato introduce un oggetto scomparso, mentre una voce robotica ripete le semplici istruzioni per l'uso, come se fossero frammenti archeologici. C'è il telefono a disco rotante, che richiedeva un'aerobica dell'indice oggi dimenticata in tempi di touch screen. C'è il floppy disk con il quale ha esordito la memoria computerizzata portatile, oggi tanto leggera da essere emigrata tra le nuvole. E poi il fax, macchina miracolosa e complessa che digitalizzava un documento, lo faceva viaggiare in forma di suono analogico tramite la linea telefonica, e poi lo riconvertiva in stampa all'arrivo. Molti di noi lo conservano ancora sugli scaffali, ma l'arrivo della firma elettronica certificata lo ha da tempo relegato nel reame delle tecnologie poco sicure e affidabili, oltre che macchinose.
GLI OGGETTI
La rassegna continua con il calcolatore da tavolo, oggi onnipresente e invisibile nella su forma digitale; e poi con il mouse, almeno quello più tradizionale attaccato ad un filo, che scodinzolava a fianco della tastiera. In via di estinzione ci sono anche le vecchie lampadine a filo incandescente, i cd e i dvd, soppiantati dalle nuove versioni digitali di audio e video, e ancora di più dallo streaming. Tutto con il tempo si fa più leggero e facilmente accessibile in ogni minuto della nostra vita, ma non sempre il passaggio avviene senza dolore. Un esempio su tutti è la qualità del suono che viene oggi trasmesso dai tanti portatili di cui disponiamo. Non c'è gigabite che possa replicare la fedeltà dei vecchi impianti che dieci anni fa erano installati in ogni salotto, e che oggi sono scomparsi, insieme alla matassa di cavi elettrici che accompagnava l'hi-fi casalingo.
Il cavo elettrico ci aiuta ad aprire un'altra rassegna, quella degli oggetti ancora presenti nella nostra vita, ma che sono destinati ad una prossima dipartita. Il più recente iWatch presentato a Cupertino questa settimana si ricarica senza filo, tramite induzione elettromagnetica, così come faceva già un anno fa lo smartphone della Samsung: il Galaxy S4. Quanto tempo ci vorrà per veder sparire il resto dei cavi che ancora attentano le nostre tibie e i nostri femori?
Sarà poi il turno dello scettro dei teledipendenti: il telecomando, a finire dimenticato sotto uno di quei cuscini dove da sempre si nasconde. Gli schermi sono orami in grado di riconoscere i nostri gesti e di eseguire gli ordini, in attesa che la parola sostituisca anche quest'ultimo orpello di esercizio fisico. Le chiavi? Chi ne avrà più bisogno in tempo di riconoscimento delle pupille e delle impronte digitali? Finiranno anche loro in compagnia delle un tempo irrinunciabili agendine elettroniche; dei pagers, e della torre di controllo dei desktop che intralciava i piedi sotto la scrivania.
LA CASA
Anche l'X Box e gli altri game console hanno i giorni contati. Gli analisti di settore dicono che negli Usa fra dieci anni ogni abitazione avrà un collegamento in banda larga, e a quel punto i 140 milioni di video giocatori avranno un'altra ingombrante scatola elettronica da riciclare.
Nel frattempo almeno 100 aziende stanno lavorando per eliminare la carta di credito e l'annesso codice pin. Le banche non hanno più la pazienza di attendere la fine del mese per i pagamenti, e spingono per l'inserimento di un chip: nel telefonino, nell'orologio, forse un giorno sulla pelle, che faccia da ponte tra il negoziante e il conto corrente di un consumatore. Diciamo pure un catetere endovenoso per il prelievo istantaneo del denaro.
Flavio Pompetti
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