Latina, Veronica, Giada e le loro due figlie: «Siamo una famiglia, non è stato facile ma ora siamo felici»

Latina, Veronica, Giada e le loro due figlie: «Siamo una famiglia, non è stato facile ma ora siamo felici»
di Monica Forlivesi
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Martedì 4 Maggio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 19:58

“Si ritiene che l'adozione richiesta sia tutelante per l'interesse della minore, legittimando una rapporto affettivo consolidato e assicurando alla minore il mantenimento delle cure e delle attenzioni di cui attualmente gode nonché una condizione di stabilità e di calore familiare”. Sono le parole scritte nella sentenza del Tribunale per i minori di Roma dello scorso 9 febbraio, sentenza che dispone, ai sensi dell'art. 44 lett. d) l. n. 184/1983, che Giada può adottare la piccola di due anni figlia biologica della sua compagna. Giada e Veronica sono due donne di Latina e hanno due bimbe, la prima nata sei anni fa, entrambe adottate da Giada, entrambe hanno assunto - si legge nella sentenza - il cognome dell'adottante posponendolo al proprio. È la storia di una famiglia le cui radici affondano nel 2008, quando le due ragazze si sono incontrate e innamorate, da allora Giada e Veronica, 30 e 35 anni, non si sono più separate.

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«Siamo una famiglia normale, siamo due mamme - raccontano dalla cucina della loro casa - la prima adozione ha seguito un iter un po' più lungo, ma è stata un'esperienza positiva, abbiamo avuto delle relazioni da parte degli assistenti sociali meravigliose». Ma non è sempre stato così, l'inizio è stato di sofferenza per Veronica Mazza: «Lo scriva il mio cognome - dice - per fare le battaglie bisogna metterci la faccia e io credo che il Ddl Zan sia estremamente importante. Perché noi ora viviamo la vita che volevamo, ma quanti soffrono, vengono insultati e discriminati? Se ci sono dei limiti, inizialmente anche imposti per legge, con il tempo le cose cambieranno. Due sono le parole chiave: libertà e rispetto».

Nel marzo del 2017 l'avvocato Maria Belli di Latina presenta per conto della coppia il primo ricorso al Tribunale dei Minori di Roma per l'adozione della primogenita, adozione disposta nel gennaio del 2019, poi la nascita della seconda bimba e la seconda adozione.

I giudici sottolineano che Giada si è occupata della crescita della piccola costituendo con la madre un importante punto di riferimento per la minore e che l'istanza di adozione era motivata dalla preoccupazione di garantire alla minore una stabilità anche giuridica. Il Tribunale dei Minori, come succede in ogni pratica di adozione, dispone un'indagine socio-ambientale con visite nell'abitazione della famiglia, incontri con gli operatori scolastici e verifiche sull'esistenza di una rete familiare. Al centro del processo c'è l'interesse del minore e secondo i giudici e i servizi territoriali la bimba vive in un ambiente in cui Giada Maldi e Veronica - che si sono unite civilmente - amano confrontarsi, appaiono entrambe premurose e attente sia nell'accudire le bimbe e i loro bisogni primari sia per quanto riguarda gli aspetti psicologici e comportamentali.

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Problemi per le bimbe a scuola? «Assolutamente no - risponde Giada - con le maestre c'è da sempre un bel dialogo, le bambine sono serene e stanno bene». «Vogliamo dare un messaggio positivo - dice Veronica - perché io ho sofferto molto, la mia famiglia mi ha reso la vita impossibile. Io e Giada ci siamo separate per un periodo, quando ho capito che non era quella la vita che volevo sono tornata sui miei passi e ho iniziato a stare bene». E con la sua famiglia? «È servito tempo, ci siamo riavvicinati con la nascita della prima figlia, poco a poco, ora - si asciuga le lacrime e sorride - mia zia e mia nonna mi dicono: sei fortunata, guarda come ti aiuta Giada. Sto scherzando, però è vero, ci aiutiamo tanto, come fanno oggi la maggior parte delle coppie in cui si lavora entrambi. Ma era per far capire che anche una donna dell'età di mia nonna, dopo tante resistenze, ora ci vede quello che siamo: una famiglia che si ama e si rispetta».

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