Ucraini arrivati a Latina e provincia, la Asl: «Difficoltà per i vaccini»

Ucraini arrivati a Latina e provincia, la Asl: «Difficoltà per i vaccini»
di Rita Cammarone
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Sabato 19 Marzo 2022, 13:39

Oltre la metà dei profughi ucraini, arrivati in provincia di Latina, rifiuta la vaccinazione anti-Covid. E' quanto sta emergendo dai primi dati raccolti attraverso l'accoglienza sanitaria, organizzata dalla Asl di Latina con un percorso dedicato, finalizzato in prima battuta a fornire ai profughi il tesserino Stp (Straniero temporaneamente presente), indispensabile per l'accesso al Servizio sanitario nazionale.
 A seguito delle disposizioni anti-Covid, tutt'ora vigenti in Italia, le persone provenienti dall'Ucraina come ricorda la nota di benvenuto del Ministero dell'Interno disponibile sui siti istituzionali delle Questure devono rispettare le regole sanitarie in merito all'esecuzione dei tamponi e all'uso delle mascherine per raggiungere il domicilio o altro luogo di accoglienza nonché accedere alle strutture ricettive messe a disposizione. Entro i 5 giorni successivi dall'ingresso, verrà garantita spiega la brochure ministeriale - la somministrazione dei vaccini anti Covid-19, difterite, tetano, pertosse, poliomielite e l'offerta del vaccino anti morbillo, parotite, rosolia e del test di screening per la tubercolosi, ed a valutazione delle autorità sanitarie, anche di altre vaccinazioni.

I DATI PONTINI

Finora, come Asl di Latina, abbiamo censito ha affermato il dottor Arcangelo Maietta, referente Asl per l'Emergenza Ucraina - 346 profughi, la cui presenza è stata segnalata o dagli stessi appena giunti nel territorio pontino, recandosi negli hub, o dai servizi sociali dei diversi Comuni a cui si sono rivolti, o da connazionali che li ospitano.

Si tratta di 181 donne, 25 uomini e 140 minorenni di ambo i sessi. Il dato sanitario censito risulta inferiore rispetto a quello delle presenze contate dalla Questura di Latina. Almeno una cinquantina in meno. Il divario aumenta se si considerano gli ucraini che si sono di fatto presentati nei tre hub (ex Rossi Sud a Latina, ospedale Fiorini di Terracina e Itaca a Formia) messi a disposizione dalla Asl pontina. Parliamo di 339 persone. Il passaggio negli hub è fondamentale per l'accoglienza sanitaria. Qui gli stranieri possono essere sottoposti a tampone, alla somministrazione della scheda anamnestica e alla valutazione dello stato di salute e dello stato vaccinale. E' in questa sede che il personale preposto propone la vaccinazione anti Covid e le altre vaccinazioni raccomandate dalle autorità sanitarie e anche dall'istituto Lazzaro Spallanzani. Su 339 accessi agli Hub pontini ha spiegato il dottor Maietta il 26% ha accettato la vaccinazione anti-Covid, il 15% è risultato in possesso di green pass valido o di età inferiore ai 5 anni, quindi non vaccinabile, mentre il 52% ha rifiutato la vaccinazione anti-Covid. Sette persone sono risultate positive al Covid e quindi hanno iniziato il percorso della quarantena. Sono 21 gli adulti che si sono sottoposti alle altre vaccinazioni raccomandate; per quest'ultime i bambini sono stati indirizzati presso i poliambulatori dove normalmente vengo effettuate.

I RISVOLTI

In provincia di Latina, a pochi giorni dal loro arrivo, una ventina di ucraini in fuga dalla guerra hanno ottenuto, attraverso la Questura, la protezione internazionale di rifugiati, quindi da un punto di vista sanitario sono potuti passare dal tesserino Stp all'ottenimento del codice fiscale che ha già consentito la scelta del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta. Si tratta di un successo della rete di accoglienza che in questa provincia sta funzionando bene. Ma serve un ulteriore sforzo - anche delle associazioni ucraine presenti sul territorio affinché sia compresa da parte dei profughi l'importanza della vaccinazione e degli obblighi sanitari a maggiore tutela della salute pubblica e della riuscita dei percorsi di inclusione pensati per questa emergenza.
Rita Cammarone
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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