Testamento biologico i Comuni pontini non inseriscono i dati

Testamento biologico i Comuni pontini non inseriscono i dati
di Laura Pesino
3 Minuti di Lettura
Domenica 11 Settembre 2022, 16:21

La legge sulle disposizioni anticipate di trattamento, ovvero il testamento biologico, attraverso cui una persona può esprimere la propria volontà su trattamenti sanitari e sul consenso o il rifiuto di terapie nel caso in cui si diventi incapaci di intendere e di volere, è ufficialmente entrata in vigore nel 2018.
E da allora esiste una banca dati nazionale che raccoglie il bio testamento dei cittadini soprattutto dai Comuni. Ma quanti hanno effettivamente raccolto e inviato i dati? L'associazione Luca Coscioni lo ha chiesto a 4.362 Comuni italiani, il 55% del totale, e quello che emerge è che più di una Dat su 10 non è ancora stata trasmessa. L'iniziativa non è ancora terminata ma l'analisi è già stata elaborata con i dati di quasi tutti i capoluoghi di provincia, con la sola eccezione di Latina, Frosinone, Isernia, Caserta, Chieti, Enna e Brindisi, che non hanno risposto all'indagine o lo hanno fatto solo in maniera parziale.
IL CASO PONTINO
Latina non ha riportato alcun dato ma ha ancora alcuni giorni di tempo per farlo. Al livello nazionale il ritardo nell'inserimento della Dat nella banca dati è ormai paradossale: solo l'88% delle Disposizioni anticipate di trattamento compilate dai cittadini e ricevute dagli uffici di Stato civile delle amministrazioni è infatti effettivamente entrato a far parte dell'archivio digitale del ministero della Salute.
Questo significa che, a più di una persona su 10 tra quelle che hanno depositato le Dat, non è di fatto garantito il rispetto delle proprie volontà, per essendo state regolarmente espresse come prevede la legge. L'associazione Luca Coscioni, facendo riferimento alle risposte ottenute dalle amministrazioni alle richieste di accesso agli atti, ha reso disponibile l'esito delle indagini per singole regioni, province e comuni.
LA SITUAZIONE REGIONALE
Nel Lazio in particolare la provincia di Latina rappresenta il fanalino di coda. In tutta la regione sono 162 i comuni in possesso dei dati, per un totale di 9.424 Dat disponibili, una ogni 515 abitanti, di cui 8.357 effettivamente inviate alla banca dati centrale.
Nel dettaglio spicca solo Rieti, con la totalità dei Comuni (73 in tutto) che ha risposto all'accesso agli atti e segnalato il possesso dei dati richiesti; a Roma i Comuni in possesso dei testamenti biologici dei cittadini sono invece 56, a Viterbo 21 su 60, a Frosinone 10 su 91, solo due su 33 invece nella provincia di Latina mentre il restante 89% è ancora in stallo.
LE PROVINCE
Ma non è tutto. In provincia di Roma sono state depositate negli uffici di Stato civile complessivamente 8.322 Dat, una ogni 358 abitanti, di cui 7.885 inviate all'archivio centrale; a Viterbo 444, tutte inviate; a Frosinone solo 28, anche in questo caso tutte trasmesse; a Rieti 278; in provincia di Latina complessivamente 352, una ogni 540,09 abitanti, ma nessuna di queste risulta trasmessa.
RISPOSTE ISOLATE
Gli unici due comuni pontini che hanno risposto e che sono in possesso dei documenti inviati dai cittadini sono Aprilia e Sperlonga, il primo con 349 bio testamenti raccolti (uno ogni 174,51 residenti), il secondo con sole tre Dat. Ma entrambe le amministrazioni, a quanto risulta all'associazione, non hanno ancora proceduto alla trasmissione dei dati.
I PROBLEMI
Si scontano dunque due tipi di problemi: da una parte la scarsa, se non assente, campagna informativa da parte delle istituzioni, dall'altra il ritardo cronico delle amministrazioni nel garantire il tempestivo aggiornamento della banca dati e la sua piena accessibilità.
 

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