Latina, il divorzio di Nicoletta Zuliani dal Pd, il partito: «Scelta sbagliata, speriamo non si traduca in una candidatura sotto altre insegne»

Nicoletta Zuliani
di Andrea Apruzzese
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Domenica 18 Luglio 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 16:22

«La prospettiva di rinunciare al simbolo del Pd in queste prossime amministrative, la scelta di appoggiare Coletta incondizionatamente e l'elevata conflittualità interna al partito sono per me condizioni insostenibili. Non vedo più nel Pd il luogo dove posso continuare a fare politica». Sono queste le parole con cui Nicoletta Zuliani, fino a ieri capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Latina, membro del direttivo, per dieci anni consigliera comunale, vice presidente del Consiglio comunale e presidente della commissione Trasparenza, ha motivato la sua decisione. «Una scelta sofferta», sono le prime parole della sua lettera aperta, in cui spiega che «rinunciare al proprio simbolo significa abdicare alla propria identità, e lasciarsi annettere da una forza civica che non ha mai affrontato sul serio questioni come rifiuti, personale, cultura, Marina di Latina, urbanistica e sudditanza alla segreteria generale, elementi che abbiamo sempre sollevato ma mai oggetto di vero confronto con il Pd. Scelgo di restare coerente con il lavoro svolto in Consiglio e continuerò a rappresentare il mio elettorato fino ala fine, nel gruppo Misto».


IL SIMBOLO
Lo scontro è sul simbolo, che il Pd sceglierà, con ogni probabilità, di non presentare alle elezioni. Una decisione di cui si discuterà domani nel direttivo comunale, e che potrebbe eliminare imbarazzi a Lbc, ma anche agli stessi vertici del Pd. Mordeva evidentemente il freno, la Zuliani, in questi mesi di accordo elettorale con Lbc; il partito era passato dall'opposizione a una non belligeranza, mentre lei fino al giorno prima si era battuta su diversi argomenti. Sebbene, è giusto ricordarlo, il Pd non abbia mai votato contro un Bilancio. Tra due mesi si vota, ed è difficile immaginarla senza il Pd, sebbene le 729 preferenze con cui fu eletta nel 2016, seconda nella lista solo a Massimiliano Carnevale, siano in gran parte un bagaglio personale. Un partito in cui forse si sentiva stretta, e non sono state poche le occasioni per far sentire - all'esterno - le sue idee, come l'ultima, Paradigma X, con altre donne possibili candidate sindaco, da Annalisa Muzio a Giovanna Miele.
Durissime le critiche del commissario provinciale del Pd, Matteo Mauri, della coordinatrice comunale, Franca Rieti e del suo vice, Stefano Vanzini: «Una scelta non del tutto inaspettata - dicono - le ultime uscite pubbliche, e alcune prese di posizione, lasciavano intuire che la stesse maturando.

Una scelta sbagliata nel merito e che manca di generosità verso gli iscritti, i militanti, e gli elettori del Pd. Non la condividiamo, ma non possiamo che rispettarla: vogliamo sperare che non si traduca in una candidatura sotto altre insegne e con finalità contrapposte a quelle della comunità cui proviamo a dare voce».

L'ormai ex (il partito è commissariato) presidente provinciale Mauro Visari osserva: «Quello della Zuliani è un errore grave perché in questo momento la priorità è Latina e difendere il cambiamento che Coletta è riuscito a imporre in questi anni». Su Fb, interviene anche l'ex capogruppo del Pd, Giorgio De Marchis, secondo cui «Zuliani inventa l'ennesima balla sulla rinuncia del Pd al simbolo, per giustificare le scelte opportunistiche che da sempre la contraddistinguono. Dopo essere stata candidata dal Pd a Camera, Regione, Provincia, Comune, presidenza del Consiglio comunale, segreteria provinciale e assemblea nazionale, regionale e altro, dimostra l'attaccamento al partito collocandosi nel gruppo misto appena le sfugge l'ennesima candidatura richiesta, quella a sindaco». Su Fb sono molti anche i post di solidarietà alla Zuliani, come quelli dei consiglieri comunali, Maria Grazia Ciolfi e Salvatore Antoci, ex Lbc, oggi nel misto, Giovanna Miele (Laboratorio identità futuro) e di Matilde Celentano (FdI).

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